Si potrebbe iniziare un articolo come questo facendo un sacco di premesse; dicendo cioè che Stenio Solinas, l’autore del libro da cui nascono queste righe, è un giornalista di una volta, uno di quelli come non ce ne sono più, che ha la capacità di tenere assieme ieri ed oggi, la storia e la cronaca e un sacco di altri discorsi.
Il suo ultimo libro è “Il Corsaro Nero. Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero” (pp.256; Neri Pozza editore) e mentre il titolo può evocare a molti l’eco salgariana di una storia forse conosciuta male, il sottotitolo, quello che contiene il nome del protagonista, de Monfreid appunto, ai più dirà poco o nulla. Chi scrive non farà il saccente di turno: ho scoperto Henry de Monfreid per colpa o grazie proprio a Solinas. A quel tempo facevo lo studente e leggendo un suo articolo sul Giornale sul dottor Destouches o non ricordo bene chi, lessi un riferimento e questo signore del quale non sapevo nulla. Provai a cercare ma non è che si trovasse chissacché. Mi ci sono imbattuto una volta, a Parigi, in un negozio antiquario del Marais dove avevano una copia de Le masque d’or, che non era certo uno dei primi romanzi ispirati dalla sua vita di avventuriero. Le strade dell’avventura sono del resto come quelle letterarie: si incontrano a caso nomi, persone, facce e storie, e alla fine manco si ricorda più da dove si era partiti… Con de Monfreid successe un po’ la stessa cosa ed ora che Solinas ha deciso di dedicargli un libro, nel 2015, mi è venuto quasi naturale propormi di recensirlo. E, in genere, per fare una buona recensione ad un collega che si stima basterebbe dire che Stenio ha scritto divinamente l’ennesimo libro, che pure questo, dopo aver inseguito Chateaubriand fino a Gerusalemme, è una perla di viaggio, sentimento e prosa. Ma certe cose penso lascino il tempo che trovano…
Perché si scrive un libro così
Chi è curioso e chi non conosce la vita di de Monfreid dovrebbe leggerselo e basta. A me in queste righe interessa un altro aspetto invece, forse più ambizioso e, aggiungo, arrogante: capire perché si scrive un libro come questo. Solinas traccia per filo e per segno la vita dello scrittore e avventuriero francese, tra amori e solitudini, viaggi, spionaggi e controspionaggi, il ruolo nella guerra d’Etiopia, vero aspetto forse poco praticato della biografia di de Monfreid. E allora, perché si scrive un libro così? Perché è tanto importante? Penso che nonostante ciò che un uomo di impegni a fare, spesso la propria opera letteraria non avrà mai il tenore e l’intensità della vita che si è costruito: vale per Rimbaud, vale per Gauguin, vale per Rigaut e Drieu, vale ovviamente per de Monfreid. Solinas ha ragione a definirlo un anti Rimbaud: il poeta francese iniziò a vivere quando ormai aveva già scritto tutto quando iniziò a vivere e a fare il trafficante d’armi con l’Africa; de Monfreid ebbe una vita piena e avventurosa prima di sentire la necessità di fermarla nero su bianco su una pagina, e pure con successo di stile.
Solinas appunto è un inviato d’altri tempi dicevo all’inizio e forse il suo praticare luoghi della memoria per raccontare ciò che accade oggi è un po’ una forma di avventura che il mestiere del giornalista non conosce più. Si scrive un libro così perché in de Monfreid si rintracciano quegli spunti e quei moti interiori che la comoda vita occidentale ha sopito in favore di una professione da ciclostile e agenzie di stampa tutte uguali. L’avventura nasce dalla curiosità e la curiosità dovrebbe essere la benzina per ogni servizio giornalistico. Perché quindi è importante un libro così? Perché ci inchioda alle ipocrisie piccole piccole di chi, fosse anche per evadere la ron ron quotidiano, parte per l’Africa di de Monfreid con la stessa forma mentis con cui si reca la domenica d’autunno all’outlet. Una volta, nemmeno troppo tempo fa, si riusciva a vivere d’avventura e almeno a rendere avventurosa la propria vita. Oggi siamo messi molto peggio prenotando un last minute. Stenio Solinas, presentandoci Henry de Monfreid a quarant’anni dalla morte, ci ricorda proprio questo. Peggio per noi.
*“Il Corsaro Nero. Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero” di Stenio Solinas (pp.256; Neri Pozza editore, euro 17)