Pompei non è solo il luogo dell’insipienza, delle occasioni perdute, dei mal di pancia. Pompei è (ancora) terra di storia, archeologia, un tesoro che nonostante l’incuria e un’aura poco rassicurante, continua a regalare sorprese e ritrovamenti.
La Soprintendenza speciale di Pompei, Ercolano e Stabia ha appena annunciato nuove, clamorose, scoperte nell’area degli scavi pompeiani. La squadra di studiosi messa in piedi dalla missione congiunta di British School at Rome, de l’ Ilustre Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias de Valencia y Castellòn – Departamento de Arqueologia, del Museo de Prehistoria e Historia de La Diputación De Valencia, in collaborazione con la stessa Soprintendenza ha annunciato di aver rinvenuto “urne cinerarie nella tomba di Obellio Firmo e ai piedi della mura, tra cui anche una sepoltura infantile; rimessi in luce il trivio che si dipartiva dalla porta urbica ed il piano di calpestio della tomba monumentale a schola appartenuta forse ad una sacerdotessa di Cerere”. Ed è ancora poco perchè sono stati rinvenuti dagli archeologi pure: “frammenti di osso lavorato, che decoravano il letto funebre su cui fu incinerato uno dei defunti” mentre “si è portato avanti lo studio dei circa 15 individui morti presso la necropoli di cui furono realizzati i calchi negli anni ’70”.
Nella giornata di domani saranno esposti i risultati dei ritrovamenti che, a prescindere, riportano l’attenzione sul giacimento turistico e culturale che si estende alle falde del Vesuvio. Un patrimonio enorme, va detto a costo di sfondare la banalità del luogo comune, che ogni giorno (nonostante scandaletti e rimbombi d’incuria) richiama migliaia di turisti, studiosi e storici in Campania.