L’Unità si consegna a Renzi e il web già la prende in giro. Il (risorto) quotidiano storico della sinistra ha svoltato, nettamente, in direzione governista crogiolandosi al tepore del Sole (non più dell’Avvenire ma di Firenze) che, però, non illumina gli incazzatissimi e fotofobici Dracula della minoranza Pd. Che potranno consolarsi (forse forse forse) nell’abbandonare l’Unità e nel leggere l’Unirenzità, da un’idea di Stefano Accorsi, sfondata da Matteo Renzi nel 2015 (ipsi dixerunt).
Giornale diretto da un misterioso comitato di redazione composto da Milan Kundari, JFK(alvo) e Mario Bava ha ripreso tutte ma proprio tutte tutte le sezioni dell’Unità on-line. E se questa è istallata su una piattaforma .tv, l’Unirenzità – ligia all’ortodossia più renziana del Renzi – la supera a “sinistra” (?) e diventa Unirenzità.tvb.
C’è pure la “matita”, la sezione della vignette. Se quelle pubblicate dall’Unità (e firmate da Staino) fanno insorgere i vecchi compagni (uno di loro, che conosco e che non si sarebbe mai e poi mai sognato di risponder male alle vecchie care dirigenze, glielo ha scritto pari pari “satira allineata”) quelle dell’Unirenzità (firmate da Strano) sono plastiche, reali e finiscono (a volte) lì dove è solito viaggiare il famoso cetriolo amico dell’ortolano.
L’Unirenzità vuole raccontare la stagione post-conciliare (pardon, post primarie) del Partito democratico. Convertitosi al mondo, avido di esperienze e viaggi (da spot Sammontana), scacciagufi e ridente, orgoglioso di aver sconfitto anche la morte, almeno nell’inno di Mameli. Massimo D’Alema, dicono i sapienti, ha già annasato profumo di zolfo. Mentre il mondo, però, rotola avanti. Tutto un mondo da spiegare, tutto un mondo da ridere.