Prosegue il dibattito sul destino della Fondazione An e il futuro di Fratelli d’Italia. Arriva una nuova spallata dagli (ex) destra sociale che chiedono di rimettere in gioco le risorse e le strutture dell’ente. Però non ci si ferma all’ennesimo appello, perchè la lettera aperta dei componenti firmatari della direzione nazionale di Fdi e della Fondazione replica, piccatissima, alle accuse che in questi giorni sono cadute tra capo e collo degli “alemanniani” e cioè di essere interessati a metter le mani sul “tesoretto” della Fondazione. “Chi lo dice, che interesse ha a che la Fondazione resti nel suo immobilismo? Il complotto dei colonnelli non esiste”. La polemica, in famiglia, continua. E sarà, evidentemente, sempre più accesa.
La lettera aperta
“Abbiamo letto, con grande attenzione la “mozione dei quarantenni”, presentata il 22 Luglio a Roma, che propone un percorso di riaggregazione della destra italiana all’interno della casa comune oggi rappresenta dalla Fondazione Alleanza Nazionale, prevedendo che proprio la Fondazione riacquisisca ruolo politico in una fase delicata per la nostra Patria e per i popoli europei.
Ognuno di noi ha storie personali e politiche che lo hanno portato ad impegnarsi, nel corso della vita, all’interno del perimetro della destra. Molti di noi hanno cominciato il proprio percorso nel Fronte della Gioventù per continuarlo in Alleanza Nazionale e nel PDL, aderendo infine, chi prima e chi dopo, al Partito che più di ogni altro ci è sembrato l’erede di questa tradizione: Fratelli d’Italia.
Da soci della Fondazione abbiamo votato per ottenere che a FDI fosse affidato il simbolo di AN per portarlo nuovamente nella contesa elettorale a certificare questa continuità di impegno e di valori condivisi.
Oggi ci sembra ineludibile fare un salto di qualità e prendere atto che bisogna provare a riaggregare chi, come noi, vuole che la destra italiana possa riconquistare un peso elettorale che le consenta di influire in modo decisivo sulle sorti del Paese.
Per farlo non vediamo altro modo che ripartire dall’unico luogo in cui, chi ha avuto percorsi simili al nostro, può sentirsi “a casa propria” e mai ospite “in casa d’altri”: Alleanza Nazionale.
Certo, nessuno di noi pensa ad una mera riproposizione di uomini e tesi che hanno necessariamente fatto il loro tempo, per questo apprezziamo il percorso delineato dalla mozione che prevede una grande fase “congressuale” in cui il nuovo soggetto politico possa nascere con il contributo di tutti e specialmente di giovani volti ed energie. Ma non è mai stato “di destra” pensare che sia giusto cancellare uomini e storie solo in base alla loro anagrafe.
Il comun denominatore che unisce i firmatari di questo appello è il fatto che nessuno di noi ha avuto incarichi o ruoli di primo piano nel periodo della “destra di governo”. Ciascuno di noi è stato dirigente giovanile, quadro o dirigente locale ed ha rivestito ruoli istituzionali raggiunti solo con il voto popolare e le preferenze dei cittadini. Nessuno ha avuto nomine o prebende, collegi nazionali bloccati o ricchi incarichi lautamente retribuiti.
Per questo chi oggi parla a ruota libera di “bottini” e “tesoretti” della Fondazione AN, dovrebbe tener conto che in questo progetto sono coinvolti tanti militanti che meritano rispetto se non altro perché hanno sempre “dato”. A meno che, ovviamente, l’unico obiettivo sia quello di gettare discredito e creare malintesi, per difendere gli interessi personali e politici che si nascondono dietro l’attuale immobilismo della Fondazione. Inutile millantare “complotti dei colonnelli”: tra i colonnelli della vecchia AN sono più quelli che vogliono matenere lo status quo, di quelli che, come noi, sperano in un cambiamento radicale.
La Fondazione AN è stata creata proprio per essere la scialuppa di salvataggio nel caso fosse naufragato il PDL, ogni centesimo del suo patrimonio è stato versato dai militanti e dallo Stato con il preciso scopo di fare politica. Tentare di bloccare questo esito è un’operazione sbagliata ed ingiusta, anche se condotta in buona fede. Se poi a farla sono ex-parlamentari o parlamentari in carica, ex-governanti e consiglieri regionali, rischia di risultare addirittura grottesca. Il “grillismo” è già cosa fastidiosa in sé, ma quello di “potenti” ed “ex-potenti” è addirittura insopportabile.
Oggi crediamo che sia giunto il momento che la nostra generazione si metta alla prova e guidi, senza padrini o padroni, la riunificazione della destra, delle sue esperienze, dei suoi filoni culturali e di pensiero: un altro tassello di un lavoro che in parte hanno svolto coloro che, coraggiosamente, hanno costituito Fratelli d’Italia ed al cui sforzo ci siamo uniti.
Ma i numeri ed i fatti dicono che questo tentativo rischia di rimanere incompiuto: troppe forze positive continuano a non essere coinvolte ed è inutile continuare ad interrogarsi se il tentativo di aggregazione sia stato gestito male, o su quanto pesi il fatto che “il partito delle primarie” abbia espresso fino ad oggi una classe dirigente quasi completamente composta da nominati. Quello che è certo è che FdI-AN alle ultime amministrative ha perso 50.000 voti in termini assoluti rispetto alle europee, guadagnando un tutt’altro che esaltante 0,17% in termini percentuali ed eleggendo meno di un Consigliere a Regione e appena 5 Consiglieri comunali su venti Comuni capoluogo chiamati al voto. Tutto questo mentre centinaia di ex-AN venivano eletti negli enti locali con altri partiti o in liste civiche, anche attraverso fortunate operazioni di chiamata a raccolta nei territori della Destra dispersa.
Ci pare quindi chiaro che sia giunto il momento di cambiare e di provare a giocare la partita con tutti i mezzi a nostra disposizione: non vogliamo che le scelte della Destra siano condizionate dall’asfissiante assenza di risorse e dalla rincorsa degli zero virgola necessari a superare a stento le nuove soglie di sbarramento.
Per questi motivi abbiamo scelto di aderire alla mozione che hanno presentato Sabina Bonelli, Michele Facci, Fausto Orsomarso, Andrea Santoro, Alessandro Urzì e Gianluca Vignale ed auspichiamo che a questa aderisca Fratelli d’Italia, ed in particolare coloro che al suo interno sono soci della Fondazione. Un partito aperto e aggregante questi processi non può subirli, nè tantomeno ostacolarli, dovrebbe guidarli senza paura.
Per questo chiediamo a tutti coloro che, come noi, hanno a cuore il destino della Destra ma soprattutto il destino dell’Italia, di unirsi in questo sforzo”.
I Componenti della Direzione Nazionale e dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale e soci della Fondazione AN:
Marcella Amadio, Andrea Blarasin, Marco Cerreto, Giulia Ciapparoni, Marco Cingolani, Chicco Costini, Ettore de Conciliis, Claudio Di Lorenzo, Raimondo Frau, Giorgio Magliocca, Francesco Rizzo, Andrea Sacripanti, Marta Schifone, Massimiliano Simoni, Antonio Tisci, Antonio Triolo, Giovanni Zinni