L’iniziativa di eliminare i numeri romani dalla toponomastica ha generato una selva di polemiche, provenienti dalle forze politiche di opposizione e non solo.
Fra le reazioni indignate si registra quella di Marco Perissa, dirigente di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale. “Roma è la capitale del degrado, come dimostra l’articolo del New York Times. Le strade ricordano la superficie lunare, il trasporto pubblico è insufficiente, l’emergenza rifiuti è costante e noi siamo stanchi di vedere Marino sprecare tempo con cose inutili che cercano di spezzare il legame di questa città con la sua storia. Dopo il simbolo è toccato alla toponomastica, mi sembra che la misura sia ormai colma”.
Anche dal PD però l’iniziativa ha destato qualche dissenso, fra tutti quello di Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, che non ritiene opportuna la scelta di Marino. “Spero che ci sia spazio per un ripensamento. I numeri romani sono un pezzo della nostra identità, in particolare a Roma. E mantenerli avrebbe un valore non soltanto culturale ma anche di memoria e educativo per le future generazioni”.
Dal mondo della cultura si leva la voce di due guru come Luciano Canfora e Valerio Massimo Manfredi. Siamo di fronte insomma all’ennesima perdita di popolarità da parte di Ignazio Marino, che intanto riceve l’ennesimo aut aut da parte di Renzi “o governi bene o a casa”