Nel mese di dicembre 2012, Marine Le Pen era stata chiara: non ci sarebbe stata alcuna alleanza con il Blocco Identitario, eterogenea confederazione di gruppuscoli d’estrema destra, apostoli di teorie razziste.
“Sapete perché non posso allearmi con il Blocco identitario? Per un semplice motivo: sono europeisti, regionalisti, e contestano il ruolo fondamentale che io accordo alla nazione, che è l’elemento centrale del programma, del movimento che dirigo”, ha detto il presidente del Front National, forte del suo 18 per cento acquisito alle elezioni presidenziali.
Due anni più tardi, la linea del Front national non si è ufficialmente spostata, ma i contatti con gli attivisti del Blocco identitario si sono stati rafforzati, diventato un vivaio di quadri e candidati per il partito di estrema destra in vista delle elezioni dipartimentali del prossimo marzo.
Un ex nazionalrivoluzionario candidato del FN a Nizza
E’ del tutto naturale nelle Alpi Marittime, e in particolare a Nizza, che l’avvicinamento abbia avuto successo, fino al punto che è allo studio, tipo esperimento di laboratorio, una fusione delle estreme destre. Martedì 3 febbraio, il segretario generale del FN, Nicolas Bay, e la vicepresidente Marie-Christine Arnautu, segretario dipartimentale delle Alpi Marittime, hanno presentato la lista dei nomi per i due nomi per ognuno dei nove cantoni di Nizza.
Dei 18 candidati, quattro sono membri di “Nissa Rebela” (movimento locale che rivendica l’autonomia, ndr), che è la branca nizzarda del Blocco identitario la quale si è costruita una piccola notorietà locale con lo slogan “La socca piuttosto che il kebab” (galletta nizzarda a base di ceci, ndr), distribuendo gratis zuppa con carne di maiale, escludendo dalla distribuzione direttamente i musulmani Sdf (senza dimora fissa, senza tetto, ndr).
Se alcuni di questi candidati “d’apertura” sono in realtà ex membri del FN allontanatisi per dissidenza, come Aulde Maisonneuve, altri sono Identitari etnici. Candidato nel cantone 21, proveniente dal movimento nazional-rivoluzionario, Benoit Loeuillet fu a lungo segretario generale di “Nissa Rebela” che ha cofondato nel 2004. Proprietario della libreria Paillon, l’uomo era all’origine della creazione della “Brigata Sud”, associazione di sostenitori ultra della squadra del Nizza, associazione sciolta nel 2010 dopo numerosi incidenti. In un’occasione Loeuillet ha detto di essere stato un animatore del forum Brigata Sud e non uno dei membri fondatori.
Non propriamente un profilo in linea con la demonizzazione vantata da Le Pen. Ma gli Identitari nizzardi hanno due grandi vantaggi per un Front National che sta penando per imporsi nelle Alpi Marittime malgrado una sociologia favorevole. Primo vantaggio, fedeli alla loro cultura regionalista, gli Identitari sono relativamente ben ambientati, soprattutto a Nizza. Secondo vantaggio, i loro capi, Philippe Vardon e Benoit Loeuillet hanno entrambi avviato una svolta favorevole a Marine Le Pen e questo dalle elezioni presidenziali del 2012. Ciliegina sulla torta, nel 2010, Benoit Leouillet aveva già ottenuto il 7.68 per cento dei voti nel sesto cantone di Nizza.
La patrona locale del FN, Marie-Christine Arnautu, molto vicino a Jean-Marie Le Pen, offre questa apertura: “Oggi, prendiamo degli ex della LCR, ex comunisti. Io non rifiuto nessuno, se le loro convinzioni sono in linea con le nostre”, ha spiegato la vicepresidente del partito. Per essere chiari: gli ex identitari dovranno rinnegare i discorsi razzisti e “europeisti” prima di prendere la tessera di FN o al RBM (Rassemblement Blue Marine, ndr).
Doppia appartenenza vietata
La fusione delle destre ha un altro merito: evitare le lacerazioni dei partiti di estrema destra che si sono opposti alle liste del FN e degli Identitari alle elezioni comunali di marzo scorso assicurando al tempo stesso la presenza FN-RBM in tutti i cantoni, l’obiettivo perseguito dal segretario generale Nicolas Bay.
“Le integrazioni individuali sono fatte caso per caso. Ma nessuna alleanza strutturale è prevista. E rifiutiamo doppia appartenenza FN-Blocco Identitario”, ha precisato all’Huffington Post puntando sulla “specificità” di Nizza. Chiaramente, vietando di cumulare responsabilità nel FN e a Nissa Rebela. Loeuillet ha confermato di aver abbandonato qualsiasi funzione all’interno del collettivonizzardo fin dal 2014.
E’ proprio questo argomento che è stato messo in primo piano per giustificare la cacciata nell’ottobre 2013 dell’identitario Philippe Vardon, cofondatore di “Nissa Rebela”, dal Rassemblement Bleu Marine. Philippe Vardon ha affermato di aver abbandonato i propri incarichi nel Blocco Identitario, il che non gli impedirà di creare una lista comunale in seguito.
All’epoca, Marine Le Pen denunciò una “manipolazione”, intuendo un’infiltrazione da parte degli Identitari attraverso il Rassemblement Blu Marine. Oggi, Philippe Vardon si è ritirato dalla politica per creare un giornale, ma continua a sostenere apertamente il FN dove i suoi amici si fanno strada. “Il Front National è divenuto un partito sufficientemente importante per assimilare personalità provenienti dalla corrente identitaria che, tutto sommato, sono meno distanti dalla sua linea che gli ex del LCR”, sostiene Philippe Vardon, escludendo ogni volontà di infiltrazione.
Il ritorno degli identitari di Mégret
L’integrazione degli Identitari non ha nulla di evidente per il Front National, dove certi eletti restano traumatizzati dal ricordo della scissione megrettista dove la sensibilità identitaria era molto marcata. Alcuni dissidenti, come Nicolas Bay, hanno saputo riconquistare la fiducia dei Le Pen. Altri ritornano dalla porta sul retro, nella speranza di diffondere le proprie idee all’interno approfittando dell’ascesa elettorale del FN.
Diversi quadri identitari hanno così partecipato alle ultime campagne del Front National e ad alcuni sono stati offerti incarichi amministrativi nei quali le loro capacità organizzative sono riconosciute. Un’infiltrazione temuta da alcuni quadri frontisti, come il vicepresidente Louis Aliot, ostile ai metodi “muscolari” del Blocco Identitario. “Non possiamo lasciarci collegare agli identitari o a Egalité e Réconciliation, il movimento antisionista di Alain Soral”, ha invocato di nuovo recentemente.
Il timore di vedere prosperare una corrente identitaria all’interno del Front con il rischio di scissione non è lontano. La teoria della “grande sostituzione”, ritenuta “complottista” da Marine Le Pen, è già oggetto di una spaccatura ideologica fra i fautori di una linea dura che sono Marion Maréchal e Jean-Marie Le Pen.
Perché Marine Le Pen, che ha l’ultima parola sulle candidature, lascia fare? “Marine subisce un certo fascino per i megrettisti. Lei è convinta che ci siano infiltrazioni ai più alti livelli dell’amministrazione” glissa un ex compagno di strada del FN ostile alla riconciliazione con gli Identitari. “Siamo in un processo di apertura permanente. E Philippe Vardon e i suoi amici hanno costantemente dimostrato la loro adesione ai nostri valori”, assicura Nicolas Bay. Un’eccezione nizzarda?
Tratto dall’Huffington Post France [Tradotto dal francese da Manlio Triggiani]