Piazza del Popolo celebra il berlusconismo come argine alle tentazioni della sinistra di “fare cappotto” – dopo essersi accaparrata le presidenze di Camera e Senato, oltre al preincarico per Bersani-premier – mentre sul fronte giustizialista l’ansia e la tentazione di cancellare per decreto, con la formula dell’ineleggibiltà, il maggiore avversario politico. Sembra una cronaca marziana ma è la fotografia dell’Italia lacerata dalla crisi economica, con gli imprenditori e gli operai che fanno scelte estreme per la disperazione. E la risposta della classe politica – già poco credibile e autorevole – appare tutta incartata in un sentiero già battuto invano negli ultimi cinque lustri.
I temi del comizio di piazza tenuto da Berlusconi sono stati quelli tradizionali dell’ideologia forzaitaliota: no all’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria. Una serrata critica alla Stato che morde le caviglie degli imprenditori con Equitalia, alla burocrazia che strozza la libera iniziativa e a quella parte politicizzata della magistratura la cui azione penale è stata indirizzata contro gli avversari della sinistra. Questo messaggio chiaro, un manifesto per una prossima campagna elettorale (che è già in corso), incontra le corde della parte maggioritaria del popolo di centrodestra. Le cui legittime aspirazioni a vivere sotto uno Stato meno invadente si scontrano con la contrapposizione che da sinistra arriva, pregiudiziale, per ogni iniziativa del Cavaliere. Certo, Berlusconi manda messaggi chiari alla sua piazza, attacca i conduttori “comunisti” dei talk show, considera Bersani accecato dall’odio, sbeffeggia Fini, Casini e Di Pietro, ma allo stesso tempo rinnova la fiducia nell’equilibrio di Napolitano e ricorda che i numeri dicono che la sinistra non ha la maggioranza al Senato. Poi chiude con l’ennesima dichiarazione di disponibilità a un governo coalizione: “O si fa un governo forte che coinvolge in un momento così grave tutte le forze politiche responsabili nell’interesse del Paese, oppure si va al voto. Non ci sono alternative. In ogni caso noi saremo in campo e ci impegneremo con rinnovata energia, con la stessa passione di sempre e ancora di più, con la nostra inestinguibile voglia di lottare per la libertà. Forza Italia, viva l’Italia, viva la Libertà”.
La risposta di Pier Luigi Bersani, presidente incaricato, non si è fatta attendere: «Nel programma che presenterò ci saranno norme stringenti su questi temi. Si riparte su pulito, basi nuove». No. Le basi sono vecchie di quindici anni. E l’Italia prima o poi deve venir fuori da questo tunnel.
@waldgager2000