L’Italicum segna la vittoria di Renzi (come ha titolato lapalissianamente Il Foglio) e la nuova debacle del centrodestra e delle opposizioni. La nuova legge è stata approvata con una forzatura, ha violentato le pratiche e le mediazioni parlamentari, ha diviso il Pd lasciando ai margini una piccola minoranza (con Bersani e c.) ma di fatto ha dimostrato che il renzismo ha una idea della società italiana che verrà, un progetto con a capo un uomo forte, rappresentante di poteri e forze economiche che anelano una riduzione sostanziale dello stato sociale a vantaggio di un nuovo modello capitalista, distante dal modello renano finora praticato in Europa. Insomma un ko tecnico rispetto alla fumosità delle alternative proposte dalle opposizioni (M5S e centrodestra allo sbando).
L’opposizione senza proposte
Ai nostri lettori, di sicuro più attenti di noi, chiediamo invece se si sono accorti della presenza sul tavolo di una proposta alternativa. Che sistema elettorale immaginava Forza Italia. E la Meloni? I sovranisti sono per il proporzionale e per il bicameralismo? Salvini? Quanti convegni hanno organizzato su questo tema? Ci sono riviste di area con interviste agli esperti del tema? Chi sono i costituzionalisti non allineati al D’Alimonte-pensiero? Tutte domande più o meno senza risposta.
Come si costruisce una controegemonia?
Stante il partito unico renziano che governa il paese, ci sono ancora in Italia uomini liberi che presterebbero la propria opera di ingegno per corroborare un nuovo fronte politico. Ma sono mai stati cercati da qualche leader? Se ci atteniamo alle liste presentate alle regionali (zeppe di volti noti, trombati e neofiti senza alcuna radice) sembrerebbe di no. Eppure ci sono costituzionalisti, giuristi, ingegneri costituzionali che sarebbero lieti di partecipare alla stesura di una nuova proposta. Di essere parte di una famiglia politica. Senza tessere e senza pregiudizi sui possibili compagni di strada. Ma con una idea di paese da costruire come un puzzle prezioso.
In passato il tema del riformismo era una prerogativa del fronte nazionale, sociale e conservatore. Adesso il cambiamento istituzionale appare una priorità di Renzi. E’ il segno dei tempi. Ma si può sempre invertire la rotta. Come? Chiamando a raccolta tanti spiriti liberi che vorrebbero tornare ad avere una casa, un luogo di discussione, una sezione 2.0, una battaglia culturale da abbracciare o solo un caffè dove discutere anche del domani della propria patria.