“Magazzino 18” non è un semplice spettacolo teatrale, ma la storia di un popolo che ha cercato di sopravvivere fra mille traversie e che oggi vede come luogo della propria memoria un magazzino, dove sono stati accatastati gli oggetti degli esuli in attesa che riuscissero a tornare a prenderli. La storia per immagini di questo luogo è raccontata in “Magazzino 18: le foto”, un libro fotografico scritto da Carla Cace, giornalista e scrittrice che fa parte della terza generazione degli esuli, che ha già al suo attivo “Foibe ed esodo, l’Italia negata”. Il libro contiene le fotografie del coautore dello spettacolo, Jan Bernas, che nell’introduzione parla di ciò che ha visto a Trieste, al Magazzino, chiuso al pubblico perché nessuno deve ricordare. “Foto. Libri. Quaderni, penne e compiti. Martelli, chiodi, seghe. Attrezzi da lavoro. Carte da gioco, bottoni, reti da pescatore. E ancora foto, foto ovunque. Lettere d’amore, armadi, sedie, tante sedie. Una dentro l’altra. Alla rinfusa. Avvianghiate per sempre in un abbraccio senza fine. Senza luce. Senza ordine. Così, lasciate là. Al Magazzino 18 del Porto vecchio di Trieste, tutto è abbandonato. Res derelictae per un Paese che ha scelto di chiudere gli occhi per non vedere e poi dimenticare. Res derelictae di italiani. Italiani fuggiti. Istriani, fiumani e dalmati. Italiani. Sono immagini rubate al silenzio e alla penombra a cui sono state condannate da decenni le testimonianze di quel che era e non sarà piu.”
Il libro riporta anche un’introduzione di Simone Cristicchi, l’altro autore della pièce teatrale.
“Questo è il cimitero degli oggetti dove riposa – non in pace! – la vita quotidiana degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, in fuga dal regime comunista di Tito. Una fuga, un esilio che lasciò tracce tangibili, come questo luogo, l’unico e irriproducibile museo di un esodo taciuto, che coinvolse centinaia di migliaia di persone. Ogni oggetto qui dentro ha un’anima, una storia impressa nel legno, una provenienza. A guardarlo bene, sembra il set naturale di un film: il panorama che lascia un terremoto, dopo aver squassato tutto. Queste immagini hanno la forza espressiva di un’esplorazione subacquea. Le bellissime fotografie di Jan Bernas – amico e coautore dello spettacolo “Magazzino 18” – curate con grande sensibilità e passione dalla coautrice di questo volume, Carla Cace, sono frammenti di emozioni, istantanee di un dolore ancora vivo nella memoria di un popolo stuprato, testimonianze parlanti di gente costretta a inghiottire l’offesa dell’indifferenza. Chissà quanti “armadi della vergogna” da aprire, e quanti “magazzini” ancora da scoprire, in quest’Italia dalla memoria corta? che ha paura a voltarsi indietro e fare i conti con il proprio passato?”
Bernas Jan; Cace Carla I. – Magazzino 18. Le foto. Immagini e racconti degli italiani. Ed. Fergen. Euro 25