Il fronte sovranista, le regionali del Veneto, la cultura di riferimento dell’asse Salvini-Meloni e la sfida prioritaria per superare l’esperienza disastrosa di Marino-sindaco a Roma: ecco i temi dell’intervista che Pietrangelo Buttafuoco ha rilasciato a Barbadillo.it
Pietrangelo Buttafuoco, dopo Roma con la manifestazione della nuova Lega, Venezia con il raduno di Fratelli d’Italia: il sabato è diventato “sovranista”… Come giudica questo nascente rassemblement patriottico Lega-Fdi?
“L’attivismo è benemerito. Ma la sostanza politica si accompagna alle manovre sotterranee. La vera partita si gioca tra le azioni di Flavio Tosi e la sostanza della Realpolitik. C’è il rischio che il Veneto finisca nelle mani di “Ladylike”, alias Alessandra Moretti. Non sappiamo dove si arriverà. Se Tosi si mette nella sequela di Angelino Alfano, è ovvio che condurrà ad un risultato: regalare il Veneto a Ladylike. E Alfano sta a Renzi come Tosi potrebbe stare con Ladylike…”.
Renzi, dopo il governo, potrebbe mettere dunque la bandierina anche in Veneto.
“C’è a fronteggiare una suggestione pericolosa: Renzi non sta governando bene l’Italia. Il paese è in crisi drammatica e il premier si attornia di personalità politicamente modeste, a partire da Federica Mogherini”.
Come si spiegano le percentuali del Pd a livello nazionale?
“Basta guardare cosa sta succedendo nel Sud dove il Pd è diventato la lavatrice a disposizione di tutti i riciclati. Ma i giornali queste cose non le raccontano. Siamo nelle mani di incapaci e riciclati”.
L’Italia si avvia ad archiviare il bipolarismo che abbiamo conosciuto nell’ultimo ventennio?
“Matteo Salvini può anche non vincere immediatamente su Renzi, ma ha una possibilità: costruire una casa politica a disposizione della maggioranza degli italiani non di sinistra. Questa operazione non la può fare Passera, né Alfano o Pier Ferdinando Casini. E neppure Silvio Berlusconi: il Cavaliere ha adesso l’interesse prioritario di garantire e salvaguardare la sua uscita di scena”.
C’è un modello politico verso cui tendono Salvini e la Meloni?
“Hanno solo una possibilità: mettersi d’accordo sulla realtà delle cose. La Meloni, una fuoriclasse, deve costruirsi una prospettiva concreta: dare ai romani un sindaco vero, facendo dimenticare ai cittadini il disastro di Ignazio Marino. La politica si declina così, posizionando i migliori in campo nei posti dove si amministra e si governa. E ovvio che Fratelli d’Italia possa avere una naturale destinazione nel “progetto Roma”. Non ha senso costruire strutture di partito nazionali, sclerotiche. Si tratta di andare alla garibaldina: La Meloni ha davanti la possibilità di diventare primo cittadino della Capitale e dovrebbe perseguire questa strada: sarebbe il miglior sindaco di Roma possibile”.
Sul piano culturale il fronte sovranista ogni tanto registra sbandate neoconservatrici.
“Circoli come Terra insubre, il Talebano e l’Intellettuale dissidente sono le migliori formazioni nel vasto mondo delle realtà sovraniste, perché culturalmente attrezzate. Terra insubre è in grado di offrire una visione complessa, alta della proposta culturale già da molti anni. Realtà simili Forza Italia non le ha mai avute…”.
Le ripetute citazioni fallaciane di Salvini hanno poco in comune con la tradizione culturale del mondo nonconformista.
“Non c’è dubbio che la spazzatura culturale abbia a destra un vivaio piuttosto forte. Ma per ogni citazione obbligata della Fallaci, fondamentale per radunare la schiuma del consenso, accanto ci sono gioielli preziosi come i ragazzi del Talebano e dell’Intellettuale dissidente. Loro fanno la differenza interpretando la realtà e la geopolitica, non la massa dei pensionati che brandiscono la Fallaci”.
I dirigenti di Fdi l’avevano invitata a Venezia, per la manifestazione e per portare un fiore sulla tomba di Ezra Pound…
“Ringrazio Federico Mollicone. Non faccio politica. Sabato a Roma sono andato a seguirla da giornalista dal “Fatto quotidiano”. Sono attento osservatore, incuriosito dal ruolo e dalla presenza di Giorgia Meloni che deve concentrarsi sull’operazione politica “Roma”: è una necessità per Roma che non è solo la Capitale d’Italia, ma molto di più”.