Si sente seduto ”su una polveriera” il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che collega le recenti rivelazioni del senatore Sergio De Gregorio sul presunto ruolo della Cia nella caduta del governo Prodi ad alcuni episodi intimidatori avvenuti dopo la decisione della Regione di sospendere i lavori e poi revocare le autorizzazioni per la realizzazione del Muos, il sistema satellitare degli Usa, a Niscemi, contestato da comitati civici, ambientalisti e alcune forze politiche.
Intanto però la Regione siciliana ha raggiunto un accordo con il governo nazionale che sospende i lavori di messa in opera delle mega antenne americane. È stato «convenuto – si afferma in una nota di Palazzo Chigi – di rispondere alle preoccupazioni delle popolazioni locali riguardo all’impatto sull’ambiente e sulla salute in seguito ai lavori in corso di ammodernamento e potenziamento delle installazioni, con le seguenti linee d’azione che, attraverso i canali del Ministero degli Esteri, verranno rappresentate all’Amministrazione statunitense. Nell’incontro si è deciso di affidare ad un organismo tecnico indipendente (Istituto Superiore della Sanità o altro istituto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – eventualmente in raccordo con l’Ispra) uno studio approfondito e in tempi brevi di valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni interessate delle emissioni elettromagnetiche anche in caso di utilizzo alla massima potenzialità degli impianti, senza oneri per la Regione Siciliana. La installazione delle parabole non avverrà prima che siano disponibili i risultati di tale studio; l’introduzione di strumenti che consentano il monitoraggio continuo verificabile anche da parte del sistema pubblico per il rispetto dei limiti delle emissioni previsti dalla legge; La verifica dell’attuazione delle misure di compensazione previste nel Protocollo d’intesa in favore del territorio e della popolazione locale».
Con questo protocollo d’intesa prende ossigeno la gente di Niscemi. Il nodo sul pericolo salute avrà dunque delle risposte se non certe, almeno “certificate”. Resta aperto però il dibattito sul valore strategico delle stesse istallazioni militari americane sul suolo italiano. Se è vero da una lato che un una parte del movimento No-Muos ha focalizzato finora la propria attenzione sull’aspetto sanitario del problema; è vero pure che l’aspetto più strettamente politica della vicenda, quello che verte sui temi fondamentali della sovranità nazionale, al momento resta eluso.