Il nostro contatore di visite ha fatto segnare quota due milioni. E così, rifuggendo le retoriche autocelebrazioni, abbiamo chiesto alle nostre “firme” di commentare giocosamente questo nuovo traguardo del nostro “magazine dannunziano”. Ecco l’intervento di Giorgio Ballario, giornalista de La Stampa.
La lettera da Torino
Due milioni di visite non sono noccioline. E non sono neanche un caso, una fortuita congiunzione astrale nel misterioso e fantasmagorico mondo del web. Aver raggiunto quota due milioni di contatti per la ciurma di Barbadillo è motivo di grande soddisfazione e anche di un pizzico di legittimo orgoglio. Ma è un punto di partenza, non un traguardo. Una pedana, non un podio. Aver saputo coinvolgere in questi anni decine di migliaia di lettori deve servire come slancio per il futuro, altrimenti il lavoro svolto finora – piuttosto bene, concedetecelo – non sarà servito a molto.
Come recita la frase sotto la testata, Barbadillo è soprattutto un laboratorio di idee, che fin dalla sua nascita si è contraddistinto per alcune peculiarità che ne hanno fatto un esperimento unico. Non nasce come espressione di un movimento politico né di un gruppo economico-editoriale. E neanche come voce di una ben precisa comunità umana. Caso mai, se proprio volessimo adottare una metafora, Barbadillo assomiglia alla zattera che raccoglie i naufraghi alla deriva dopo una tempesta. E giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese si trasforma da scialuppa senza timone né velatura in un barchino corsaro, piccolo ma agile e sicuro, in grado di affrontare anche le onde più impetuose. E l’accozzaglia di naufraghi, saliti a bordo in modo casuale e fortunoso, con il passare del tempo assume le sembianze di una piccola comunità – virtuale, ma non solo virtuale – che è riuscita ad aggregarsi intorno alla bandiera pirata, un vessillo magari lacero e scolorito ma ancora saldamente issato sul pennone.
Grazie all’affetto dei lettori, alla fedeltà dei “click”, alle condivisioni su Facebook e Twitter il barchino corsaro si è ingrandito, ha aumentato il tonnellaggio e il raggio d’azione delle incursioni contro i galeoni del pensiero unico. Anche la ciurma si è arricchita di nuovi contributi, offrendo notizie, analisi e spunti sempre sull’asse delle quattro direttrici giornalistiche scelte fin dall’inizio: politica non politicante, cultura non conforme, costume mai banale e sport rigorosamente di taglio popolare (quindi né tecnico, né show-business).
Una miscela che è piaciuta e si è rivelata vincente anche perché, va sottolineato, fin da subito Barbadillo è riuscito a sposare il volontariato con la professionalità. E a tenere quindi lontani improvvisazione, velleitarismi, settarismi, personalismi e i tanti “ismi” che spesso affollano le iniziative mediatiche su internet. E mai come in quest’epoca di navigazione in mare aperto, lontano dai porti sicuri e dai facili approdi, all’indispensabile passione è necessario affiancare una solida professionalità. L’affidabilità del nostromo nello spiegare le vele e la sapienza del nocchiero nel tracciare nuove rotte lontano dai fortunali.
Oggi come non mai c’è bisogno di passione unita alla professionalità. Gli antichi porti conosciuti non esistono più e le vecchie rotte tradizionali sono diventate impraticabili. E’ banale a dirsi, ma il mondo è cambiato e Barbadillo si presenta come uno strumento più preparato di altri per capirlo e interpretarlo. Ora si deve guardare all’Est più che all’Ovest, all’Unione europea che sta implodendo per egoismo e mancanza di progettualità, al Sud del mondo che preme sulle nostre frontiere colabrodo. Il mondo è cambiato: da Atene ci arriva una lezione di superamento degli steccati ideologici, di messa a fuoco del “nemico principale”, per dirla alla De Benoist. E gli stessi segnali oggi ci arrivano da Parigi, domani forse da Madrid. Nel nostro piccolo orizzonte tricolore vediamo realtà nuove che si bruciano in pochi mesi (M5S), fenomeni di trasformismo che paralizzano la scena politica (l’asse Renzi-Berlusconi) e modificano i vecchi scenari, ai quali più nulla ci tiene attaccati: né la testa, né il cuore. Salvini scende al Sud e la Lega si appresta a diventare un movimento nazionale? Barbadillo l’aveva previsto e ipotizzato molti mesi fa, come tanti altri episodi piccoli e grandi della politica italiana.
Una realtà sempre più liquida nella quale le vecchie certezze si sono inabissate per sempre. Per questo la nostra piccola imbarcazione corsara è pronta ad affrontare le onde e continuare a sfidare il mare del web. Perché, per dirla con Nicolas Chamfort, «Il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che il vento cambi e il realista aggiusta le vele».