Anche Massimo Cacciari, noto intellettuale e politico di Sinistra, percepisce con acutezza che i tempi presenti, ed ancor più quelli futuri, sono tempi apocalittici. Tempi dell’approssimarsi di quella fine della storia, che vanamente Francis Fukuyama annunciava in tutt’altro senso, e che l’Apocalisse di S. Giovanni esprime in tutta la sua trascendente e drammatica verità.
Nell’abdicazione di Papa Ratzinger Cacciari deve certamente aver visto un primo parziale, ma importante, arretramento del Katechon evocato da S. Paolo (2 Tessalonicesi 2, 6-7). Per questa ragione, indoviniamo, è uscito proprio adesso con un saggio – Il potere che frena (Adelphi, pp 214, euro 13) – dedicato a quest’enigmatica entità, che è la forza capace di ritardare fino al momento predestinato l’irrompere dell’Anticristo nella Storia. Di allontanarne il più possibile il tremendo, seppur effimero, trionfo. Uno studio estremamente denso e concentrato, un excursus formidabile che va da S. Giovanni e S. Paolo, con Carl Schmitt, fino a Dostoevskij e Nietzsche, passando per S. Agostino e Dante.
Essenzialmente il Katechon si invera storicamente nella Religione e nello Stato, nella Chiesa e nell’Impero; e pertanto l’autore sostiene che entrambi, nell’Età del Mistero dell’Empietà, e del compiersi dell’Apostasia, corrono il rischio di entrare nell’orbita di Satana: la prima subendo la tentazione della teocrazia secolarizzata, il secondo quella della tirannide totalitaria; diventando così altrettanti idoli blasfemi. Solo che per Cacciari la tentazione è solo una metafora della crisi intrinseca ad entrambi: l’idolatria che essi sono suscettibili di produrre è connaturata alla loro stessa problematica natura. Il Male che possono generare non deriva dalla contaminazione del Nemico, ma è endogeno. E ciò, almeno teologicamente, è falso.
Sacrosanta, invece, è l’affermazione secondo cui la «grande apostasia», il grande rinnegamento della Verità, e quindi anche del significato autentico della Civiltà, si ha quando sia la Religione che la Politica rinunciano alle loro rispettive missioni, quando cessano di onorare i rispettivi doveri, corrompendosi fino al loro più completo snaturamento e dissolvimento. È così che il Regno dell’Anticristo si realizza, giacché, come opportunamente sostiene il filosofo, tolto di mezzo il Katechon, non sopraggiungerà né il caos, né l’anarchia. Ma, ancora una volta, Cacciari erra nel prevedere che tale ultimo Impero del Male sarà incapace di esprimere un’autorità unica e definitiva, e che quindi risulterà come un Moloch policefalo. L’Apocalisse, all’opposto, è chiarissima: sarà l’Anticristo ad autoproclamarsi sia Dio che Re del Mondo, e come tale verrà effettivamente riconosciuto dall’Umanità da lui stesso pervertita. Tale approdo è inevitabile, ma anche il filosofo riconosce che, al di là della fine del Katechon, la battaglia finale col Nemico sarà comunque vinta dal solo Dio.
* Il potere che frena (Adelphi, pp 214, euro 13)