Clown. Ai tedeschi, dicono loro, in fondo piacciamo. Un po’ meno, diciamo noi, siamo a loro simpatici. Per questo motivo il candidato socialdemocratico alla Cancelleria Steinbruck ha definito “clown” i due vincitori della tornata elettorale italiana, ossia Beppe Grillo e Silvio Berlusconi. Il motivo? Perché sono simpatici, voti alla mano, al popolo italiano. Al quale, evidentemente, non piace il rigore tedesco. Ragion per cui se non riusciamo proprio a farli sorridere nemmeno con i “clown” questi imbronciati lì a Berlino, almeno facciamoli piangere. Davvero.
Faccia (di culo). Così Beppe Grillo ha chiuso le porte all’invito di Pier Luigi Bersani per un’intesa in vista del prossimo Governo: «Questi hanno la faccia come il culo. Si stanno comportando come volgari adescatori». Il leader del M5S si riferisce al corteggiamento ad personam verso i neoeletti grillini che provengono da sinistra da parte degli emissari del Pd. L’obiettivo dei democrat? Spaccare il partito di Grillo. Bersani, per evidente senso del pudore, tutto questo lo chiama “scouting”. Grillo no. E i calci in culo – seguendo il ragionamento di Beppe – in questo caso diventano sberle…
Giaguaro. Ribattezzandolo “caimano” Nanni Moretti aveva visto giusto: non fosse altro perché a giorni il Cavaliere scatenerà la piazza proprio contro i giudici. Per non essere da meno Pier Luigi Bersani si è gettato anche lui alla ricerca della metafora efficace per chiudere i conti con Silvio Berlusconi. E allora, utilizzando il suo proverbiale intercalare, gli è venuta l’idea di utilizzare lo “smacchiare Berlusconi come un giaguaro” proprio come lo slogan finale della campagna elettorale. Peccato che l’unico sbiancato, nel day after, sia rimasto proprio il leader del Pd.
Monti Mario. “C’era una volta un professore…”. Già, solo pochi giorni e non se parla quasi più. Campagna elettorale sbagliata, toni supponenti,un patrimonio di credibilità (indotto) sprecato per rincorrere il sogno represso di ogni terzista: diventare determinante. E invece “sua (ex) sobrietà” è riuscito solo a distruggere i suoi stessi alleati di coalizione. Dal giorno delle elezioni di Monti non parla più. Tant’è che questo si è rifugiato nell’abbraccio con John Kerry all’ambasciata americana: quasi che fosse la sua vera casa. La sua unica speranza? Che i partiti adesso non raggiungano un accordo in modo tale che tocchi ancora al “professore” guidare il paese. Premier per esclusione, insomma. Inglorious.
Moretti Nanni. Piccolo strappo alla regola del nostro Abbecedario. Nonostante Nanni Moretti, il grande regista con il cuore a sinistra, non abbia preso parte al dibattito politico della settimana, l’onda lunga della sua apparizione al comizio di chiusura del Pd ha lasciato il segno. “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, urlava dal palco dei girotondi. Bene, qualche anno dopo gli stessi dirigenti li ha perdonati. Eppure, Moretti aveva ragione: con questi dirigenti non hanno vinto nemmeno stavolta. Dalle segrete del Nazareno i democrat riuniti in conclave si chiedono: “Ragassi ma non è che proprio Nanni a portare un po’ di sfiga?”
Scouting. Cfr. Faccia (di culo).
Trombati (I). Da Gianfranco Fini a Italo Bocchino, passando per Franco Marini e Antonio Di Pietro: il prossimo Parlamento, tutti questi, lo vedranno col telescopio. L’interrogativo è: cosa faranno adesso, soprattutto quelli che hanno praticamente svolto la loro vita tra i banchi dell’Aula? Si sa, dura è la vita dell’escluso: niente più saluto militare all’ingresso di Montecitorio, niente auto blu, niente buvette, niente agendina del parlamentare. Ma i nostri “trombati”, come è in grado di svelare solo Barbabillo, dopo un attimo di smarrimento non si sono persi d’animo. Pare che l’obiettivo sia quello adesso di “salire” alla “terza” Camera: lo studio di Bruno Vespa. Al grido di battaglia di «Occupy Porta a Porta»!