C’era anche Eclettica Edizioni al Pisa book festival 2014, rassegna delle etichette indipendenti giunta ormai al dodicesimo anno di sipario. Il tutto si è svolto tra il 7 e il 9 novembre al Pala congressi della città della torre che pende. Si tratta del terzo evento in Italia per ordine d’importanza, dopo Torino e Roma. Spiega Alessandro Amorese, fondatore dell’etichetta di Massa-Carrara: «Era essenziale esserci per una casa editrice giovane ma attivissima, visti i quasi 40 titoli in sette anni. Testi e autori che rappresentano la nostra ragione sociale, la libertà e l’indipendenza di pubblicare quello che vogliamo fregandocene di clichè, vezzi e schemi vecchi quanto inutili. Insomma, poter pubblicare tutto, dai saggi alle cosiddette sottoculture, dalla narrativa allo sport, dai reportage alla storia».
Un progetto ambizioso sì, ma in via di consolidamento e crescita. «Eclettica – continua Amorese – nasce dalla voglia forte di comunicare con i libri in un momento di crisi, pubblicando idee e storie spesso sconosciute, volutamente lasciate nell’oblio dal pensiero unico dominante. È lampante che guardiamo anche all’ambiente identitario e non conforme che non ha avuto nell’ultimo decennio una grande vivacità culturale e non essendoci rinchiusi solo nell’editoria di un’area diamo più possibilità di uscire dall’anonimato a scrittori e opere. I nostri autori sono quasi tutti giovani, segnale importante di vivacità. Tesi, ricerche interessanti, che bucano l’omologazione regnante».
C’è tuttavia un spirito di fondo che mette assieme gli oltre 40 titoli già in catalogo. «Il filo rosso – spiega ancora il regista del laboratorio di Eclettica – è il politicamente scorretto che ci permette di pubblicare una biografia agiografica di Almirante e un libro come Piazza Rossa, di Pilade Cantini,che descrive la ‘provincia toscana ai tempi dell’Urss’».
Inutile nasconderlo però, sono i gusti dell’editore a risultare decisivi: «Certo, contano molto anche le mie passioni e non possono quindi mancare incursioni nella fotografia e nel mondo degli stadi. A breve – rivela Amorese a Barbadillo – uscirà per noi la versione italiana di The theatre of silence, un saggio di un giornalista inglese tifoso dell’Arsenal che ci mette davanti alla realtà del modello inglese tanto evocato anche qua in Italia».