La storia del fumetto è un’epopea infinita fatta di mattoni e scorciatoie, talvolta buia e oscura, talvolta commerciale e invasiva, cercare di raccontarla in maniera weberianamente avalutativa risulta un lavoro pericolosamente fine a sé stesso. Nel tentativo lungimirante di trovare la quadratura del cerchio, rispetto a questo problema, il giornalista e scrittore abruzzese Roberto Alfatti Appetiti, uno che di sfide se ne intende dato il suo pedigree letterario, ha provato a raccontarci la storia dei fumetti – italiani e non – che hanno fatto – e disfatto – l’Italia e gli italiani, senza descrivere semplicemente il “quando o il quanto” e preferendo “il come e il perché”.
Nel suo “I Fumetti che hanno fatto l’Italia – Breve storia dei comics nel Bel Paese” il punto biografico si fonde con il mantra storiografico in un delicato equilibrio di aneddoti e riflessioni post-moderne. L’autore di questo libriccino blu – edito da Giubilei Regnani – sdogana tuttavia tutti quei meticci stereotipi sul noioso comic-book da libreria. L’opera, scorrevole e neanche tanto saggistica, tocca diversi passaggi della società italiana, solcata attraverso i ballon più innovativi e controversi. Dal primissimo Corriere dei piccoli, da Paperino fino allo scontro immaginario tra Mafalda e Ken Parker, generazioni di attenti lettori da “edicola” fanatici della carta stampata a “buon mercato” , hanno potuto ritrovarvi i diversi cataloghi politici e sociologici, dal ragazzo borghese disimpegnato – il francese Tin Tin – al pacato Martin Mystere. Atmosfere, tagli, topografie ed epoche che si incastrano in questa “essenza” filopolitica del fumetto arrivato in Italia.
Da questo libro si impara tanto: le nuove generazioni possono conoscere un mondo ormai lontano – quasi mistico e intimo – dove il fumetto erotico sostituiva il più recente e controverso uso di Youporn, mentre gli affezionati attempati – di e da Tex a Mister No – possono ritrovare una lettura originale di personaggi passati in secondo piano come Lanterna Verde e The Fixer, i quali hanno avuto tanto da dire sul piano della comunicazione valoriale ma così poco sfruttati nelle edizioni nostrane. Sicuramente la sensibilità dell’autore ha pesantemente “brandizzato” questa storiografia che nasce senza la pretesa di voler essere un’antologia completa. Non troverete sermoni sul mito intramontabile di Tex o Diabolik – qualora non si volesse smettere di inseguire i grandi pilastri del fumetto italico – ma si potrà apprezzare nella brevità dei capitoli il racconto firmato da un attento appassionato, nostalgico dei cari vecchi prodotti editoriali che hanno comunque raccontato il Bel Paese attraverso la fruizione “viva” e consenziente di chi consumava cultura attraverso il fumetto, senza perderne il valore formativo e riflessivo. Un valore – tra i valori – aggiunto, raggiunto e, forse oggi andato perso, nel rimpianto più grande dei fumetti che hanno fatto l’Italia, smarriti ormai tra graphic novel, cinecomics e improbabili reboot 2.0. La storia del fumetto è ancora “altrove” e gli italiani sembrano esserne inconsapevoli, oggi peggio di ieri. Questo libro ne è una testimonianza, senza inutili escamotage balistici.
* I fumetti che hanno fatto l’Italia di Roberto Alfatti Appetiti, euro 14, Giubilei Regnani
Ps Dal 15 novembre nelle librerie ma è già possibile acquistare il volume via web. Ecco i link utili.
http://www.ibs.it/code/9788898620128/alfatti-appetiti-roberto/fumetti-che-hanno.html