Il libro di Marco Petrelli sulla storia eroica dell’Aeronautica Repubblicana tra il 1943 e il 1945 è stato recensito da La Padania. Ecco l’articolo.
Il principale problema dell’Europa, diceva Nietzsche, è la paura per la vita. Un problema che, se già si manifestava a metà dell’Ottocento, raggiunge oggi l’apoteosi. In questo contesto l’Italia pare essere testa di serie, con una popolazione ormai totalmente assuefatta ed anestetizzata, prosciugata di ogni goccia di istinto vitale, disposta ad accettare passivamente qualsiasi sopruso. Una condizione cui contribuisce il mancato senso di appartenenza, al quale da molto tempo si è abdicato in favore dell’egoismo individualista o in alternativa del vuoto nazionalismo da bar dello sport.
La mancanza di reazione in una situazione di emergenza come quella odierna, porta ogni spirito patriottico a cercar rifugio nel passato, necessario per trovare qualche aggancio utile a recuperare un sussulto di speranza. Ci viene in soccorso un libro uscito da poco – dal titolo A difendere i cieli d’Italia. Racconti e testimonianze dei piloti dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, 1943-1945 di Marco Petrelli, Eclettica Edizioni, coll. Ciclostile, settembre 2014 – dove il giovane giornalista Marco Petrelli raccoglie le interviste ai piloti di Salò e ai loro familiari. Al di là dei giudizi sul periodo storico, ancora non metabolizzato a causa dei vari nostalgismi, quel che emerge dalle interviste è proprio lo spirito di sacrificio in nome della Patria, ossia la presa in carico del destino della collettività a costo del destino individuale. Tanto che, sorprendente, nessuno ha addotto motivazioni politiche per spiegare la propria decisione di prender l’aereo e andare a difendere i cieli; nessuno ha parlato di fascismo e di ideologie, nessuno pensava di poterne uscire vittorioso, nessuno ambiva a riconoscimenti. Lo hanno fatto per dovere di comunità.
Ne emerge una lezione per noi moderni e sedentari debosciati: ci sono momenti in cui lo spritz può attendere. Ci sono momenti in cui destra, sinistra e centro lasciano il tempo che trovano. Ci sono momenti, insomma, in cui il valore della vostra persona è misurato non dalla simpatia politica ma dal coraggio di mettersi in gioco per il bene della propria comunità. (da LaPadania.net)