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Politiche. De Turris: “Grillo è un pericolo. Mi turo il naso e voto una formazione di destra”

by Gianfranco de Turris
22 Febbraio 2013
in Politica
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svolta a destraDiversi amici sono tentati dal “tanto peggio tanto meglio”. Visto che la crisi sta travolgendo i partiti politici tradizionali e in generale l’odiata Casta che non fa nulla per diminuire i suoi scandalosi privilegi, spingiamo in quella direzione, diamo una mano alle forze disgregatrici per azzerare la situazione. In altri termini: votiano per il Movimento 5 Stelle. Non crediamo affatto alle idee di Grillo, se idee si possono chiamare, però è una aggregazione di gente incazzata, di giovani precari e disoccupato, di ragazzi anarcoidi  che potrebbe far sì che tutto precipiti nel caos generale. Inoltre, sarebbe una adeguata punizione per quella classe dirigente/digerente che in questi vent’anni ha rappresentato la Destra non solo facendo esclusivamente i fattacci propri e pensando soltanto alla carriera, ma rinnegando le idee di origine, annacquandosi nel berlusconismo invece che cercare di dargli un’ossatura culturale. Vendichiamoci così cancelliamola dal Parlamento, che vadano tutti a casa, poi si vedrà.

Non mi sembra affatto una buona idea, e quel che mi preoccupa e proprio quel “poi si vedrà”. La storia se si ripete tramuta, come è stato detto, la tragedia in farsa. Oggi si stanno ripetendo lo stato d’animo e il ragionamento di certa Destra all’epoca della “contestazione” e degli “anni di piombo”. La famosa questione della “spallata al sistema”: diamo una mano alla Sinistra extraparlamentare e contribuiamo a buttar giù lo Stato democristiano, capitalista e filoamericano, poi si vedrà.

Il guaio è che per giustificare una simile posizione teorica e pratica ci si faceva forti delle parole di Julius Evola espresse in Cavalcare la tigre contribuendo alla pessima fama di quello straordinario libro sino a farlo diventare nell’immaginario degli inquisitori giudiziari, dei giornalisti orecchianti, dei sociologi progressisti e dei politici ignoranti come una specie di “manuale” del guerrigliero di destra. Evola si guadagnò così l’immeritata fama del “cattivo maestro” che si è portato appresso per anni e anni, anche se nel 2008, nel quarantennale dell’epocale evento, quasi nessuno continuò ad ad attribuirgli certe assurde responsabilità ancorché indirette.

Come ho scritto sin dal 1997 c’erano soltanto “cattivi discepoli” che avevano letto male o avevano letto solo quel che interessava loro leggere in quel particolare frangente. Infatti, non si ponevano all’epoca – proprio come oggi – il problema del “dopo”, appunto dei “poi si vedrà”. Cosa che invece in quel libro il filosofo aveva esplicitamente previsto: che succerà dopo la “spallata”? alla fine chi prevarrà? E se prevalessero proprio quelle forze che noi abbiano aiutato a far prevalere? Quelle forze che poi si rivolgerebbero contro di noi? Allora è bene, ieri come oggi,  pensare a fondo alla decisione da prendere per non commettere un suicidio polito, ideale, culturale e magari anche fisico.

E l’identica situazione di queste elezioni politiche che sono una  farsa, rispetto alla tragedia di quaranta e più anni fa. Diano una mano a rafforzare col nostro voto il M5S, ma poi chi ci guadagnerebbe alla fine? La risposta è semplicissima: ci guadagnerebbero Bersani e Vendola, perché i grillini in Parlamento farebbero soltanto un gran casino, dato che, a parte la demagogia spicciola,non hanno vere idee e vere proposte su come gestire questo povero Paese (ecco perché non vanno in TV, non si fanno intervistare, non vogliono un vero contraddittorio, in primis il comico). E da un Parlamento ingovernabile, uscirebbe un governo dal fiato corto e contraddittorio dalla sorte incerta, come fu per Prodi nel 2006, e si andrà di nuovo alle urne fra breve.

Oppure, cosa non improbabile, come Bersani ha già detto con una faccia tosta incredibile, si cercherà di portare dalla parte del centrosinistra un certo numero di eletti del M5S, che, non dimentichiamolo, provengono spesso da certi ambienti ben definiti. Non solo la mitica “casalinga di Voghera” che sa fa meglio dei “tecnici”, la gente comune della mitica “società civile”, ma esponenti della vecchia sinistra estrema, dei centri sociali, dei No-Tav eccetera, cioè persone che non resisterebbero al richiamo della foresta del PD o di SEL per formare una maggioranza più solida. Bersani ha chiamato questa una operazione di scouting, cioè di esplorazione, ricerca, sondaggio d’intenti. Lo avesse annunciato Berlusconi sarebbe stato definito “mercato delle vacche”, “voto di scambio”, “compravendita di parlamentari” eccetera eccetera. Ma questo è il Paese del Doppiopesismo.

Quindi rafforzare l’armata Brancaleone di Grillo non servirebbe affatto a scardinare il sistema come pensa qualche amico che si considera di “destra”, ma semplicemente a rafforzare la Sinistra che intende governare a suon di manovre punitive per noi tutti evasori potenziali e di patrimoniali; oppure ad andare entro un anno ad un nuovo voto con conseguenze che non possiamo assolutamente prevedere.

Non è infatti che a Destra, o come la vogliamo chiamare, ci sia oggi una formazione credibile guidata da un leader degno di questo nome, intelligente, pragmatico, carismatico, intuitivo, pronto a cogliere al volo l’occasione, ad approfittare della situazione, a riempire il vuoto politico, ideologico e culturale che si aprirebbe dopo il tracollo, dopo il caos. Quindi, come si dice, favorendo il M5S si “lavorerebbe per il re di Prussia”, oppure per farci capire meglio, ci si comporterebbe come gli “amici del giaguaro”, che non verrebbe affatto smacchiato come ama dire il buonuomo Bersani, ma approfitterebbe della situazione d’emergenza per far fuori definitivamente tutto quel che per lui avrebbe il sentore, il semplice sospetto di Destra, o come la volete chiamare voi. Con l’appoggio, non dimentichiamolo mai, della grande stampa, di certe televisioni, dell’intellighenzia nazionale, che odiano visceralmente la Destra, dato che il centrodestra non è riuscito a far nulla per riequilibrare la situazione in tutto questo tempo.

Come non lo fui negli anni Settanta quando c’era chi a “destra” si illudeva di manovrare o correggere o indirizzare la “contestazione”, così anche adesso non sono per una operazione del genere, che a me pare masochistica e anche pericolosamente controproducente. Perché se dopo di noi ci deve essere il diluvio corriamo veramente il rischio di affogare e non risollevarci più, mentre gli altri – state sicuri – zattere e salvagenti li troveranno sempre!

E’ vero, come è stati detto da molti, che la Destra ha bisogno di azzerarsi, di fare un salutare bagno di realismo e, guardandosi allo specchio, di ripensarsi profondamente, di risollevarsi con nuove strutture, nuove idee adeguate ai tempi, una nuova classe dirigente, ma senza rinnegare il passato, bruciare le navi in rada, ripudiare i padri, come hanno fatto certi personaggi che conosciamo benissimo per poi finire ingloriosamente nel modo in cui sono giustamente finiti. E’ vero. Ma, come prima ho detto, c’è bisogno di un vero leader che purtroppo all’orizzonte ancora non si vede, di una compagine di persone disinteressate e che credano al loro nuovo compito, una generazione ben diversa da quella che, a partire dal 1994, ha dato una miseranda prova di sé, sul piano sia umano che politico e culturale gettando al vento la fiducia che era stata loto accordata nelle amministrazioni nazionali e locali, sperperando voti e speranze, appiattendosi sul conformismo progressista per insipienza, ignoranza e quieto vivere..

Anche io sono stato tentato di non andare a votare o di votare scheda nulla (non bianca perché è facile taroccarle), ma di fronte alle prospettive che man mano ci si stanno presentando sempre più chiare ed evidenti in base alle dichiarazioni d’intenti non tanto Grillo, che è un utopista in mala fede, quando di Bersani e Vendola, ho deciso di turarmi il naso, come consigliava Montanelli, e fare lo sforzo di tracciare un segno sulla scheda. Per chi? Non ho ancora deciso, ma comunque per una formazione che considero di “destra”. Poi magari, come è stato nelle politiche del 2008 o peggio ancora nelle elezioni per il comune di Roma, me ne pentirò, ma gli altri sono peggio, assai peggio dei cosiddetti “nostri”. Sapete la storia di quello che si tagliò gli zebedei per far dispetto alla moglie?

Gianfranco de Turris

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