Luciano Mecacci, Vasken Berberian, Gianpaolo Romanato, Giancristiano Desiderio, i vincitori della 47a edizione del Premio Acqui Storia. Livio Berruti, Lorella Cuccarini, Mario Orfeo, Enrico Vanzina Testimoni del Tempo. A “MAGAZZINO 18” e al suo interprete Simone Cristicchi il Premio La Storia in TV. A Roberto Vivarelli il Premio alla Carriera.
Il Premio Acqui Storia, nato nel 1969, è divenuto in questi ultimi anni uno dei più importanti riconoscimenti europei nell’ambito della storiografia scientifica e divulgativa, del romanzo storico e della storia al cinema ed in televisione ottenendo una grande visibilità internazionale e un importante rilancio scientifico e culturale.
Luciano Mecacci con il volume La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile, Adelphi e Gianpaolo Romanato con il volume Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo, Lindau si sono aggiudicati ex aequo questo premio da 6500 euro nella sezione storico-scientifica.
Luciano Mecacci, professore ordinario di Psicologia generale presso l’Università degli Studi di Firenze, è autore di numerose opere, fra cui Il caso Marilyn M. e altri disastri della psicoanalisi (2000), tradotto anche in inglese, russo e tedesco. Con il volume La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile Mecacci ricostruisce la vicenda dell’uccisione di Giovanni Gentile muovendo dalla pure ampia letteratura esistente, sottolineando da un lato il ruolo degli ambienti culturali azionisti nella vicenda, dall’altro offrendo al lettore una meticolosa e dettagliata ricostruzione dell’attentato, mettendo in evidenza i punti ancora oscuri e risolvendo diversi aspetti relativi alla meccanica dell’evento. Scritto con ottimo stile, nonostante la mole, il volume risulta di gradevole e avvincente lettura, rendendo meno gravosa la naturale complessità del tema.
Gianpaolo Romanato, professore di storia contemporanea all’Università di Padova e membro dal 2007 del Pontificio Comitato di Studi Storici della Città del Vaticano, collabora a diverse testate, fra le quali “L’Osservatore Romano” e “Avvenire”. Nella sua opera Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo, che poggia su solide basi storiografiche, l’Autore ricostruisce con rigore metodologico e acume critico la figura e l’età di Papa Pio X, con attenzione per l’azione di ammodernamento della Chiesa Cattolica svolta nell’ottica del suo ruolo universale, per la complessa vicenda del modernismo e per l’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana.
Giancristiano Desiderio viene premiato nella sezione storico-divulgativa con il volume Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce. L’Autore ci dà una biografia organica e completa del filosofo della verità e della libertà, dimostrando in maniera esemplare come il pensiero crociano nasca anzitutto dall’esigenza di “addomesticare” l’angoscia che ha sempre attanagliato il suo autore, e quindi dal bisogno di risolvere i dubbi e i problemi che via via si presentano nell’esistenza degli individui e nella storia della società, conformemente a una concezione seria, anzi tragica, della vita, che va difesa dall’imbarbarimento mediante un’assidua vigilanza critica e una permanente educazione alla libertà.
Vasken Berberian, romanziere e regista televisivo, si conferma una delle voci più forti e autentiche della letteratura in Italia. Quello degli Armeni è un olocausto dimenticato. La persecuzione, la dispersione e la frantumazione di questo popolo libero e generoso sono state in gran parte consegnate all’oblio. Nella sua opera Sotto un cielo indifferente Berberian resuscita questa vicenda con partecipe emozione, da armeno padrone di diverse lingue, tra cui l’italiano, comunque compiutamente partecipe dell’identità euroasiatica del suo popolo, rivelandosi capace di interpretare il senso profondo di una storia e di filtrarla in maniera romanzesca, intrecciando i sofferti destini di una famiglia con una strategia espressiva che pare resuscitare i canoni della tragedia classica. Gli è stato assegnato il premio da 6500 euro nella sezione del romanzo storico, tenendo conto del profilo etico/epico del suo libro, della scrittura avvincente che lo caratterizza e della capacità di rappresentare scenari complessi, articolati e suggestivi.
“Il numero dei volumi partecipanti al concorso quest’anno è stato di 189 a fronte di una media di circa 25 – 30 delle prime quaranta edizioni, record assoluto di scrittori e case editrici di tutti i 47 anni di vita del nostro Premio dalla fondazione nel 1968” – ha rimarcato il Responsabile Esecutivo del Premio Carlo Sburlati, artefice in questi ultimi anni di uno spettacolare rilancio scientifico, culturale, mediatico e mondano del Premio, come evidenziato dai maggiori quotidiani italiani e raccontato in quasi tutti i telegiornali nazionali.
Sburlati, che è anche Responsabile Esecutivo dell’altro Premio internazionale “AcquiAmbiente” ha ricordato che la cerimonia conclusiva di quello che è il più importante Premio ambientale italiano si svolgerà nel giugno 2015, in concomitanza con l’Expo milanese, nell’incantevole location dell’Acropoli delle Arti di Villa Ottolenghi, a due chilometri dal centro cittadino.
Sabato 18 ottobre alle ore 17.15 presso il Teatro Ariston di Acqui Terme, Piazza Matteotti si terrà invece la cerimonia di premiazione della 47° edizione del Premio Acqui Storia. Sarà condotta da Franco Di Mare e Antonia Varini e sarà il culmine di un intenso programma di eventi, iniziati nella mattinata al Grand Hotel Terme di Acqui con l’incontro dei vincitori con la stampa, gli studenti ed il pubblico, moderato da Carlo Sburlati. Nel pomeriggio sul palco del teatro Ariston, oltre alla presenza dei vincitori delle tre sezioni, le personalità insignite dei premi speciali “Testimone del Tempo”, “La Storia in TV”, Premio alla Carriera.
L’assegnazione del premio Testimone del Tempo 2014, che rappresenta il momento più prestigioso della manifestazione, vedrà calcare il palco del Teatro Ariston quattro figure di straordinario rilievo nel panorama artistico e culturale contemporaneo: Livio Berruti, Lorella Cuccarini, Mario Orfeo, Enrico Vanzina.
Livio Berruti campione olimpico, ha inciso in modo indelebile il suo nome nella gloria dello sport mondiale dal 1960, quando vinse alle XVII Olimpiadi di Roma, in una gara entrata nel mito, i 200 metri piani. Si è distinto come modello di tecnica ed eleganza per la corsa veloce nella gara più seguita in tutto il mondo, segnando una tappa importante nella storia dello sport italiano. Ha confermato in seguito il grande merito di essersi dimostrato significativo interprete del proprio tempo anche come personaggio dal grande carisma, stile, probità ed autorevolezza nella vita professionale, una volta abbandonati i campi di atletica.
Lorella Cuccarini “la più amata dagli Italiani”, come recitava la pubblicità televisiva di una celebre azienda. Nel premiarla come Testimone del Tempo, non si può non tener conto di questa immagine fatta di grazia e leggiadria, che consente di stabilire un rapporto immediato col pubblico, attivando una corrente di simpatia e cordialità.
Così Lorella è entrata nelle nostre case attraverso la tv come se fosse un’amica capace di intrattenerci con la sua naturale freschezza. Ci siamo abituati a lei, all’étoile e grande ballerina, alla conduttrice televisiva, radiofonica, alla cantante, alla showgirl, all’attrice cinematografica come a una persona di famiglia che diventa in qualche modo insostituibile. Bella e brava, Lorella Cuccarini ha rivelato sui palcoscenici più prestigiosi della danza sia classica che moderna, sia in trasmissioni Rai che a Mediaset una brillante versatilità ed un eccezionale talento artistico. A questo si aggiunge un carattere di ferro, che le ha consentito di fronteggiare momenti difficili con la grinta di una vera professionista che non si arrende, si mette in gioco e rilancia.
L’omaggio di Acqui premia questa artista esemplare. Qualità rara che va riconosciuta anche alla Lorella privata, sposa e madre di quattro figli.
Mario Orfeo, già direttore dei due quotidiani del centro-sud “Il Messaggero” di Roma e “Il Mattino” di Napoli e attualmente alla guida del telegiornale TG1 dopo essere stato direttore del TG2, è garanzia che questo premio sa proporre personalità che, a diverso titolo, contribuiscono a illustrare e commentare la storia del nostro Paese, attribuendole una valenza internazionale.
Il quarto “Testimone del Tempo” Enrico Vanzina debutta come sceneggiatore nel 1976, a ventisette anni, col film “Febbre da cavallo”, diretto dal padre Steno (Stefano Vanzina) e destinato a diventare un ‘cult’, come lo saranno negli anni successivi alcuni dei suoi più grandi successi cinematografici degli ultimi trent’anni come “Eccezzziunale…veramente”, “Sapore di mare” e “Vacanze di Natale”, entrati nella storia della filmografia e del costume.
Da allora la carriera di Enrico Vanzina, è coronata da continui successi. Insieme al fratello Carlo, regista, Enrico si dimostra in grado di attraversare i più svariati generi cinematografici, dalla commedia all’italiana al giallo, dal film drammatico a quello ‘vacanziero’, dalla satira al dramma, con una felice disinvoltura, che non esclude, però, attenzione all’attualità e agli umori epocali, nonché capacità di interpretare emozioni e sentimenti, passioni e conflitti, senza cercare vie tortuose e linguaggi criptici.
Ha scritto e sceneggiato decine di film con alcuni dei più famosi registi italiani Nanni Loy, Dino e Marco Risi, Alberto Lattuada, Mario Monicelli e molti altri.
Siamo di fronte ad un cinema a dichiarata vocazione nazionalpopolare, ma al tempo stesso attento ad una confezione accurata, con personaggi che hanno un carattere e con un intreccio ben costruito nel suo sviluppo narrativo.
Enrico Vanzina, intellettuale raffinato e felice umorista, collaboratore di molte testate prestigiose dal Corriere della Sera al Messaggero, nel suo libro “Una famiglia italiana” edito da Mondadori, ci ha lasciato un vivido, sincero e stimolante spaccato della vita culturale e cinematografica italiana degli ultimi sessant’anni.
La Storia in TV 2014, inserito per la prima volta nei palmares dell’Acqui Storia nel 2003 e giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, vuole rendere un significativo omaggio all’opera “MAGAZZINO 18” e al suo interprete ed autore Simone Cristicchi.
Il riconoscimento a Simone Cristicchi, cantautore, scrittore, attore teatrale, autore e interprete di monologhi, premia un artista originale e un uomo coerente.
Cristicchi dalla sua esperienza di obiettore di coscienza e poi da quella di volontario nei centri di igiene mentale, ha saputo maturare una sensibilità umana e civile che, trasferita poi nel mondo dello spettacolo, ne ha favorito l’affermazione.
Il successo inizialmente ha visto tutti d’accordo: e ci riferiamo alla vittoria di Cristicchi al Festival di San Remo 2007 con la canzone “Ti regalerò una rosa”, che con struggente partecipazione emotiva raccontava una storia d’amore e di morte nello scenario di un manicomio. La sfida si è fatta più difficile quando Cristicchi con il musical “Magazzino 18”, capannone del porto di Trieste dove sono conservate le masserizie lasciate dagli Italiani dell’Istria e della Dalmazia che abbandonarono tali luoghi in seguito alla loro attribuzione alla Jugoslavia comunista di Tito al termine della Seconda Guerra Mondiale, ha raccontato la storia delle foibe, scatenando le polemiche di chi per vizio ideologico chiude gli occhi di fronte a quella pagina del nostro passato.
Cristicchi non si è lasciato turbare da insulti e minacce, e il suo “Magazzino 18”, mandato su Rai 1, rete ammiraglia della nostra televisione, il 10 febbraio 2014, ha confermato che la “pietas” di un uomo alla ricerca della verità non si piega ad alcuna logica conformistica e sa tradurre la memoria in vitale rappresentazione artistica.
Il Premio speciale “Alla Carriera”, con la medaglia Presidenziale, conferita al Premio dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, è stato conferito a Roberto Vivarelli. Storico di chiarissima fama, allievo di Federico Chabod all’Istituto Italiano per gli Studi Storici, amico di Gaetano Salvemini (del quale curò gli scritti sul fascismo), docente all’università di Siena dal 1972 e poi alla Scuola Normale di Pisa, di cui è stato Docente Emerito, visiting professor in prestigiose Università straniere, Roberto Vivarelli ha scritto opere fondamentali, tra le quali spiccano i tre volumi Storia delle origini del fascismo, frutto di quasi mezzo secolo di lavoro (1965-2012), I caratteri dell’età contemporanea, Italia 1861 e un’opera memoriale, La fine di una stagione. 1943-1945 (ed. 2000). A seguito della sua recente ed improvvisa scomparsa, a pochi mesi dal conferimento del riconoscimento da parte della Giuria, si vuole rendere onore al professor Vivarelli ricordandolo quale storico rigoroso e di esemplare onestà intellettuale, Maestro di storiografia e di dirittura civile.
La cerimonia al Teatro Ariston di Acqui, con le relative interviste ai vincitori, sarà condotta da Franco Di Mare, che conduce sulla prima rete televisiva “Uno Mattina”, e da Antonia Varini e sarà ripresa dai telegiornali delle più importanti TV pubbliche e private.
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