Gioielli, viaggi, capi di abbigliamento e persino una casa – intestata al figlio – pagati con i conti del sindacato (l’Ugl) che lo vedeva come leader maximo: Giovanni Centrella, ex numero uno della principale confederazione dei lavoratori di destra aveva scambiato i conti correnti del sindacato che dirigeva come fondi personali. Si attestano a quasi 250 mila euro i fondi che, secondo la Procura di Roma, Centrella avrebbe sottratto dai fondi dell’Ugl per spese personali: spesi in gran parte per l’acconto di un appartamento in via Vandoies che Centrella aveva opzionato – intestandolo al rampollo – versando un acconto di 65 mila euro e per altre personali esigenze spacciate poi come spese di rappresentanza. «L’indagine su Centrella – scrive il gip Alessandro Arturi nell’ordinanza che fissa il sequestro dell’immobile appena acquisito – evidenzia come la marcata tendenza ad atteggiarsi, rispetto alle risorse finanziarie di Ugl, alimentate per lo più dalle rimesse dei numerosi associati, quale dominus incontrastato del tutto svincolato da obblighi di documentazione e rendicontazione (i sindacati, in quanto associazioni private non hanno obblighi in questo senso, ndr) o anche solo di mera comunicazione agli organi interni, si sia presto tradotta in un consolidato sistema personalistico di gestione della cassa sindacale, concretizzatosi nel regolare prelevamento di denaro per finalità ed esigenze private, completamente avulse dagli scopi dell’organizzazione». Una gestione personalistica che l’ex segretario del sindacato avrebbe portato avanti nel suo – breve – interregno e che avrebbe consentito allo stesso Centrella di utilizzare i soldi che gli ignari aderenti alla confederazione versavano come quota d’iscrizione. Una gestione dei soldi «allegra» a cui l’indagato – che deve rispondere del reato di appropriazione indebita – ha provato a dare una giustificazione nell’interrogatorio da lui stesso sollecitato agli inquirenti: ma, sostiene il giudice non sarebbe credibile: «Le giustificazione addotte da Centrella – certificano i magistrati di piazzale Clodio – sono platealmente smentite dalle risultanze dell’analisi delle operazioni registrate sugli estratti acquisiti». E se la Procura ha smontato la fragile difesa portata avanti da Centrella sugli ammanchi rilevati nei conti correnti, la stortura più evidente è ritagliata proprio sulla casa acquistata dall’ex segretario – attualmente riciclato in una fondazione che fa capo alla stessa sigla sindacale – che Centrella ha intestato al figlio: «Deve segnalarsi che proprio dal rapporto n. 1688 – uno dei conti del sindacato che era gestito dall’ex segretario – è stata attinta la provvista di 65 mila euro utilizzata dall’indagato per versare al proprietario, l’acconto sul prezzo di acquisto dell’unità immobiliare, situata in Roma, via Vandoies, adibita ad abitazione familiare. La traccia inoppugnabile – annotano ancora i giudici – del collegamento diretto fra l’importo versato da Centrella ed il corrispondente depauperamento subito dall’ente è rappresentata dall’assegno circolare tratto sul predetto conto corrente all’ordine del proprietario dell’immobile di via Vandonies». Ad inguaiare Centrella poi ci sono le date ravvicinate tra l’apertura del conto intestato all’Ugl e l’emissione dell’assegno: due giorni appena (siamo nell’ottobre del 2013) che viene considerato come «elemento non privo di valenza indiziaria, in merito alla esistenza di un preciso e deliberato intento predatorio sotteso all’accensione del conto». E a nulla sono servite le giustificazioni in sede di interrogatorio dallo stesso Centrella che aveva dichiarato che la somma acquisita dal conto del sindacato fosse una sorta di prestito accordatogli dalla confederazione con il consenso unanime dei segretari «per consentirgli di acquistare una abitazione a Roma così da sollevare il sindacato dai maggiori esborsi che avrebbe dovuto sicuramente affrontare negli anni a venire per erogare a Centrella le somme che questi avrebbe corrisposto a titolo di canone per l’immobile condotto in locazione». Ma non c’è solo la casa: il procuratore aggiunto Nello Rossi contesta al successore della Polverini una serie di prelievi utilizzati per fini personali nell’ordine dei 250 mila euro. Una fortuna che Centrella avrebbe sottratto per fini personali: a partire dagli «oscuri flussi finanziari in uscita sui conti Unipol e Mps» per finire all’utilizzo della carta di credito Platinum collegata al conto dell’indagato e che veniva rifornita con i fondi del sindacato. L’ennesima tegola sull’Ugl che ora invoca «l’urgenza del cambiamento delle regole che devono sovrintendere al funzionamento degli organismi statutari, in assenza delle quali non è esclusa una grave frattura» e chiede «una commissione che analizzi la situazione finanziaria, fiscale, patrimoniale e debitoria della confederazione, di Caf, Enas ed enti economici di diretta emanazione». (da Il Tempo)