Dieci anni fa partiva la missione spaziale europea Rosetta, con l’obiettivo di studiare le comete e capirne l’origine, analizzarne la composizione e da li cercare di comprendere l’origine del sistema solare. Lo studio delle comete è necessario, perché le elevate temperature causate dalla vicinanza al Sole, provocano cambiamenti nei materiali che compongono i corpi celesti più interni, mentre le comete, provenienti da zone più esterne, costituiscono una specie di ‘frigorifero’, grazie al quale molti elementi rimangono inalterati.
La Missione Rosetta partiva il 2 marzo del 2004, grazie all’impegno dell’ESA, l’agenzia spaziale europea, attualmente in gara con la NASA riguardo lo studio delle comete. Durante questi anni, la sonda ha sorvolato due asteroidi, lo Steins nel 2008 e il Lutetia nel 2010, per arrivare recentemente in prossimità della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, sulla quale depositerà un lander, per studiare la composizione della roccia.
La distanza coperta fino ad oggi è stata di 405 milioni di chilometri, ma la parte difficile della missione è iniziata l’8 agosto 2014, quando sono state avviate le manovre di avvicinamento all’obiettivo.
Il contributo italiano alla missione è piuttosto corposo e vario, grazie all’impegno dell’Agenzia Spaziale Italiana (la nostra Nasa), l’INAF, Finmeccanica, con le sue divisioni Selex ES, Telespazio e Thales Alenia Space, il Politecnico di Milano, l’Università di Padova e la Parthenope di Napoli. L’impegno dei nostri connazionali ha riguardato la progettazione e lo sviluppo di Virtis, che tramite l’analisi spettrale della materia che compone la cometa ne studierà il nucleo; Giada che studierà le particelle che compongono la chioma della cometa; Osiris e Wac che sono i sistemi principali per l’acquisizione di immagini riguardanti la cometa e grazie ai quali il lander potrà atterrare sull’obiettivo. Sul lander sono presenti, ancora di matrice italiana, il sistema SD2, che si occuperà di raccogliere e suddividere i campioni raccolti dalla cometa, in condizioni limite. Anche il sistema di celle solari è di origine italiana e garantisce l’alimentazione dei componenti nonostante la distanza dal Sole.
La missione Rosetta entra dunque nel vivo, non ci resta che applaudire la genialità degli scienziati italiani ed europei.
Per rimanere aggiornati, oltre ai siti di Asi ed Esa, è attiva la pagina Facebook del progetto, da cui è tratta la foto.