La collana Ciclostile ha appena pubblicato il libro “A difendere i cieli d’Italia”, scritto da Marco Petrelli, giornalista e storico, dopo un lungo periodo di documentazione. Abbiamo incontrato l’autore per Barbadillo.it.
Perché un libro sull’Aeronautica Nazionale Repubblicana?
Mi sono occupato dell’argomento da giornalista, raccogliendo interviste e testimonianze di una pagina di storia poco nota. Ho deciso di raccogliere tutto in un “diario di bordo” .
Un diario?
Sì, il mio è stato un viaggio nella storia e il mio taccuino ha conservato parole, impressioni, volti, ricordi. In “A difendere i cieli d’Italia” parlano le stesse persone che nel ’43 – ’45, nelle cockpit dei loro Macchi e dei loro Messerschmitt, si buttavano contro le grandi formazioni di bombardieri alleati che martellavano la Penisola.
Quanti piloti ha contattato?
Quattro: tutti arzilli novantenni, molto pacati e alla mano.
Reduci ma anche famiglie, perché?
Alcuni protagonisti, i comandanti in particolare, non ci sono più. E le famiglie sono state un importante “fonte” di informazioni non tanto sul militare, quanto sull’uomo. Ecco, volevo narrare storie di uomini che, nel corso di una guerra terribile, sono stati capaci di compiere una scelta, certamente difficile, ma dettata unicamente dal senso del dovere. Gianluca Cavagliano, figlio del maresciallo maggiore pilota Carlo, mi ha ricordato come gli uomini dell’ANR fossero persone normali che hanno mostrato la loro eccezionalità nei momenti peggiori vissuti dal nostro Paese.
Erano fascisti?
Erano soldati e come tali sapevano che il loro compito era tutelare il bene collettivo. In nessuna delle interviste che mi hanno rilasciato c’è odio nei confronti della Resistenza. Erano due mondi diversi. Il loro, quello dei piloti, ruotava attorno alla convinzione di dover proteggere la popolazione civile dai bombardamenti, pur consci della disparità delle forze in campo: pochi apparecchi italiani contro decine e decine di bombardieri scortati da nugoli di caccia.
Tra gli episodi che ha ascoltato, quale l’ha colpita di più?
Quello che coinvolge le Brigate partigiane “Osoppo Friuli”.
E cos’ha di particolare?
Legga il libro e lo scoprirà.