Dal Cavaliere al “professore”, sono sempre di più i politici che si fanno immortalare avvinghiati ad un cucciolo di cane (ed anche stavolta la trasversalità della strumentalizzazione pre-elettorale ricompatta gli schieramenti). Finiranno le elezioni, e poi? Che ne sarà di cani, gatti, topi e babbuini? Chi si occuperà dei 500-700mila randagi che vagano nelle nostre strade; delle circa 2 milioni di vittime che ogni tre anni miete la ricerca sugli animali in Italia; degli altri duemila esemplari impiegati negli spettacoli circensi e così via?
Memento Naturae, La Foresta che avanza, Offensiva Animalista, Istinto Animale, 100% Animalisti, queste sono alcune delle realtà su cui resta il carico di queste cifre terrificanti, la prima linea che non cede. Troppo spesso vittime di generalizzazioni, tra le loro fila non troverete fattucchiere con mille gatti, adolescenti da tamagotchi o sciamani di periferia. A dipingerli come un manipolo di folli invasati infatti, ci tengono a precisare, è il «sistema» che si sente minacciato: quelli del «meglio salvare la vita ad una cavia da laboratorio che ad un bambino malato» sono quindi dei pazzi, soggetti da stigmatizzare, cattivi esempi da non seguire. Fortunatamente, per una certa stampa, per determinati interessi dell’industria del farmaco collegati allo sfruttamento animale, o per medici e ricercatori compiacenti, il vecchio copione denigratorio non regge più. Perché le iniziative delle realtà animaliste sono più eloquenti d’ogni cattiva informazione. Il 27 Settembre 2012, ad esempio, Memento Naturae ottiene l’approvazione di un emendamento che vieta circhi, spettacoli ed eventi pubblici e privati, che utilizzino animali nell’intero comune di Fiumicino: una vittoria decisiva, ottenuta già nel maggio dello stesso anno per il territorio di Bolzano dai militanti de La Foresta che Avanza.
Poi c’è la vivisezione, e le innumerevoli mobilitazioni promosse da ognuna delle associazioni in questione: centinaia di presidi ogni anno, conferenze in sedi istituzionali ma anche la sensibilizzazione capillare delle tematiche care a partire dalle scuole ed il boicottaggio delle maratone di solidarietà Telethon. Ultima in linea cronologica (non certo d’importanza) è stata la dimostrazione davanti alla farmaceutica Menarini, che ospita anche la “RTC – Research Toxicology Centre”, un’azienda che solo nel 2011 avrebbe acquisito da Green Hill (l’allevamento-lager di cani di razza beagle destinati alla vivisezione) ben cento beagle da impiegare in test tossicologici e che ha visto la partecipazione di sigle affermate come 100% Animalisti e Memento Naturae, ma anche di nuove e feconde formazioni come la giovanissima Istinto Animale.
Poi ancora la battaglia contro pellicce, allevamenti intensivi, randagismo, combattimenti clandestini, la petizione che vuole l’abolizione del Palio di Siena e di tutte quelle feste popolari nelle quali gli animali implicati soffrono, la diffusione delle istanze vegetariane e vagane, il rispetto per l’ambiente tutto e davvero molto altro ancora.
Unica nota stonata in quest’idillio è quella di chi vorrebbe colorarne i contorni, immischiando a tutti i costi quelle logiche di opposti estremismi che sempre hanno nuociuto alla causa animalista. Forse perché, erroneamente, alcuni attribuiscono alla “sinistra” la paternità storica di certe battaglie che di politico non hanno davvero nulla. I ragazzi però non si lasciano scoraggiare. «Nonostante ci sia stata negata la partecipazione ufficiale da parte degli organizzatori ad un paio di manifestazioni – dichiara Carlotta, portavoce di Memento Nauturae – noi in piazza andiamo. È risaputo che alcuni di noi non sono “allineati” ed è per questo che non ci vogliono. Nonostante ciò abbiamo partecipato e stiamo continuando a partecipare ad eventi organizzati da associazioni che mantengono l’ideale animalista ed ambientalista scevro da ogni colore politico, cercando di superare qualsiasi barriera ideologica per la causa stessa». Di «necessaria trasversalità» parla anche lo stesso Riccardo Oliva, Presidente di Memento Naturae, che invita gli attivisti di ogni frangia al dialogo, compiendo così «un passo necessario per raggiungere un primo superamento, fosse anche piccolo, degli steccati e degli stereotipi che sono presenti tra le persone o le sigle che lottano contro la sofferenza animale».