A casa Berlusconi si tifa Renzi. L’ultimo endorsement per il premier è arrivato dal più taciturno (in politica) tra gli i figli grandi dell’ex Cavaliere. «Tifo per Renzi», ha annunciato Pier Silvio Berlusconi durante la presentazione dei palinsesti invernali di Mediaset. Non solo. Renzi viene considerato dal vicepresidente di Mediaset come unica chance: «In un Paese che ha bisogno di riforme, tifo per questo governo. E chi non lo farebbe per uno che ha preso il 40 per cento dei voti?». Ovviamente arriva la domanda. A suo padre piace Renzi? «Penso che mio padre abbia tutto l’interesse per cambiare in meglio il Paese, per esperienza e senso di responsabilità».
Quello di Pier Silvio è solo l’ultimo degli apprezzamenti che da casa Berlusconi arrivano a Matteo Renzi. Proviamo a unire i puntini: se nel 2005 c’erano già state le prime avances da parte di Berlusconi, il vero inizio si data con l’incontro ad Arcore da parte dell’allora premier condito con le dichiarazioni su quanto fosse “sveglio” questo sindaco di Firenze al quale il Cavaliere disse addirittura «Tu mi somigli»; seguirono commenti e indiscrezioni che durarono anni sul feeling tra il Cavaliere e il rottamatore; poi, non ancora premier, arrivò l’ospitata di Renzi ad Amici di Maria De Filippi, programma rullo compressore della berlusconiana Mediaset: una sorta di entrée nel popolo (televisivo) dei moderati che poi conquisterà alle Europee; dopo l’incarico di Napolitano a Renzi arrivò il colpo di scena dell’accordo del Nazareno sulla legge elettorale e un sostanziale via libera a ogni annuncio di Renzi.
Tra un episodio e l’altro è stato tutto un «come fa uno bravo come te a stare coi comunisti», «dice cose di destra», fino a – sconsolato dal tradimento di Alfano – «come mai noi non abbiamo un Renzi?». A contribuire alla costruzione di un sodalizio di fatto un ruolo importante lo ha avuto anche la famiglia Berlusconi. Come abbiamo già raccontato, Francesca Pascale ha dettato la linea aprendo alle unioni civili per gli omosessuali. Ma in tempi non sospetti, eravamo nel 2010, ci aveva pensato Barbara Berlusconi, la più liberal di casa Arcore, a mettere le cose in chiaro: «Matteo Renzi? Mi è sembrata una persona che vuole davvero cambiare le cose. Da lui mi sentirei rappresentata». Solo Marina Berlusconi ha manifestato parole dissonanti su Renzi: «Più che il nuovo che avanza, a me il premier sembra il nuovo che arretra». Ma, attenzione, eravamo in piena campagna elettorale per le Europee. Dopo di questo non si sono sentiti strali nemmeno dalla figlia maggiore (e potenziale sfidante del premier) di Berlusconi.
Un corteggiamento questo dei berluscones, o una vera e propria indicazione di successione, che politicamente ha avuto e continua ad avere delle ripercussioni importanti. Dal punto di vista elettorale è stata Daniela Santanchè a dare l’allarme all’indomani del flop di Forza Italia alle Europee: «Ci siamo appiattiti sul governo». Se il “regalo” degli 80 euro ha sicuramente incoraggiato il ceto medio verso il governo, le analisi sui flussi elettorali hanno confermato, ad esempio, come proprio i ceti produttivi del Nord abbiano spostato massicciamente il consenso da Forza Italia al Pdr (il partito di Renzi, così è stato rinominato il Pd) anche in ragione della comunicazione del Cavaliere che non riesce proprio – anche per l’abilità di Renzi – a classificarlo nella categoria classica del nemico.
Non si capisce, dunque, quale sia la linea di opposizione di Silvio Berlusconi a Matteo Renzi. Riforme? Quelle di Matteo sono le mie. Unioni civili? Ha ragione Matteo. Legge elettorale? Si fa con Matteo. Ma insomma, per chi tifa Berlusconi? A quanto pare per Matteo. Parola dei figli.
@rapisardant