Oggi, 27 giugno, ricorre il centenario della nascita di Giorgio Almirante (1914-1988). Questa foto, che rappresenta uno dei più bei ricordi della mia vita, ci ritrae insieme in una manifestazione di studenti universitari a Napoli dove chiedevamo più libertà di pensiero negli atenei. Dedicammo la nostra riunione ad Alexsandr Solezenicyn, il grande dissidente russo, premio Nobel. Il giorno dopo Almirante mi avrebbe citato dal palco durante un comizio al cinema Metropolitan, suo abituale luogo delle presenze a Napoli. Fu un grande onore essere menzionato dal “segretario”.
Dopo la manifestazione Almirante mi tenne a colloquio per una quindicina di minuti, non mi parlò direttamente di politica, si informo dei miei studi, invitandomi a studiare molto e con il massimo impegno, mi chiese quali libri leggevo, raccomandandomi Dante, Pirandello, Manzoni e i classici latini. “Studia, scrivi, approfondisci” mi ripeté.
Durante la riunione con gli studenti universitari di Napoli aveva catalizzato la nostra attenzione senza discorsi retorici e di pura politica ma raccontando la sua vita di militante per un’idea. Gli anni trascorsi nei treni di seconda classe, rubando il sonno sui vagoni in movimento, mangiando un panino e spostandosi da una città all’altra, su e giù per l’Italia. Il duro dopoguerra, senza soldi, braccato, ma senza mai retrocedere di un millimetro. Il Presidente Napolitano lo ha ricordato e questa è una buona cosa. L’essere stato con Almirante è un grande onore. Non l’ho dimenticato.
* vicedirettore del Tg1