• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 30 Marzo 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Politica

Politiche. I leader dei partiti? Superbi e ripetitivi. Bocciati in oratoria

by Fabiana Tonna
11 Febbraio 2013
in Politica
0

cicerone_02L’oratoria latina, conosciuta nella Roma antica con il termine ars dicendi, è tra le forme d’arte più antiche e nobili della nostra tradizione. Personalità come Catone il Vecchio, Quintiliano, Marco Tullio Cicerone si cimentavano in dialoghi, monologhi e dibattiti su tematiche di elevata cultura e spessore con il fine di persuadere gli ascoltatori alle proprie idee e dottrine.
Per questo motivo era ritenuta una forma di letteratura propria di una classe colta ed elevata.

L’oratoria al fine di essere definita tale aveva poche ma rigide caratteristiche: l’inventio, la capacità di trovare qualcosa da dire in sede pubblica; la Dispositio, la capacità di porre le argomentazioni in modo logico;  la Elocutio, la scelta dello stile e delle parole da usare; la Memoria, la capacità di esporre il discorso usando le tecniche mnemoniche imparate alla scuola di retorica; l’Actio, il modo di porsi davanti al pubblico. A queste si associavano una serie di elementi distintivi sulla persona che avrebbe dovuto usare questa sottile forma d’arte.

Una sorta di vademecum. Ognuno era ben consapevole che per avvicinarsi a questa dottrina oltre alla preparazione era indispensabile il rispetto verso i propri interlocutori. In fondo erano loro attraverso la loro presenza e il loro ascoltare che  ti legittimavano a  parlare.

Ma cosa succederebbe se volessimo associare queste piccole e basilari regole dell’oratoria alla “arte” dialettica della classe politica di oggi, dato che  troppo spesso (ed erroneamente) viene definita come la classe oratoria dei giorni nostri. Cosa accadrebbe se Cicerone per sbaglio ascoltasse i nostri “leader” durante i loro roboanti e choccanti discorsi.

Prima di tutto noterebbe un enorme distacco tra quello di cui parlano e la realtà e i bisogni generali. Noterebbe che nessuno scende più tra la folla a cercare di spiegare i propri progetti e presentare le soluzioni ai problemi. Resterebbe sconcertato dal non vedere  più un contatto diretto tra coloro che parlano e coloro che ascoltano. Ci sono solo sondaggi, polemiche e alleanze per riuscire a governare. Il come poco importa. Colui che parla non si espone più in prima persona alla reazione di chi dovrebbe votarlo oppure criticarlo. Oggi sono tutti li chiusi negli studi televisivi dove vanno in onda aridi dibattiti e discussioni costruite in cui, seguendo una scaletta prestabilita non c’è nessuna domanda imprevista o scomoda nessuna verità improvvisa, insomma nessuna notizia. E l’ascoltatore in tutto questo? Ormai ha un ruolo di secondo piano. Non gli è richiesta nessuna legittimazione. È solo uno spettatore distratto, più attento a commentare sui social quello che i candidati dicono, che ad ascoltare davvero ciò che propongono.

Ma andando un po’ più a fondo è molto facile capire anche il perché oggi i politici preferiscono non andare nelle piazze, organizzare manifestazioni o dibattiti. perché dovrebbero dare risposte. Risposte per le quali non sono preparati. Insomma non hanno studiato.

Partiamo da Bersani, la sua incapacità nel modo di comunicare, rende vano anche i contenuti di quello che dice. Sempre superbo al di sopra delle critiche (“Italia Giusta” anche lo slogan scelto la dice lunga) è lontano proprio dalla gente che dovrebbe rappresentare.  Berlusconi è un animale da palcoscenico, ma troppo influenzato dalle proprie emozioni e avvenimenti personali per riuscire a dare concretezza al proprio programma. Insomma sa cosa dire, come dirlo ma poi… Monti, da professore ha una risposta per tutto ma non soluzioni. Non porta argomentazioni alle sue idee. Crede basti la sua parola e questo non lo rende affidabile. Ingroia non sa cosa dire e soprattutto come parlare alle persone. Vendola invece sa come parlare alla gente ma non sa dialogare con chi la pensa diversamente. Fini e Casini non pervenuti. Grillo infine (l’unico che ancora parla alla gente) sa cosa dire e come dirlo, ma lui non cerca soluzioni ma solo reazioni. Vuole fare rumore infatti solo un grillino su cinque crede nella concretezza delle sue parole!

Insomma se andiamo a fare un confronto con gli oratori del passato sarebbe una catastrofe. Quelli che ci ostiniamo a chiamare classe politica non ha lo spessore, la cultura e il rispetto per i suoi interlocutori, dei grandi pensatori del nostro passato.  Forse sarebbe il momento di smetterla di chiamarla classe dirigente. Cicerone ringrazia.

Fabiana Tonna

Fabiana Tonna

Fabiana Tonna su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0

Related Posts

Utero in affitto e il passaggio dal Nomos della Natura a quello della Tecnica

Utero in affitto e il passaggio dal Nomos della Natura a quello della Tecnica

23 Marzo 2023
Quarant’anni dopo i Verdi (in Italia) non sono mai decollati

Quarant’anni dopo i Verdi (in Italia) non sono mai decollati

21 Marzo 2023

La lettera. La transizione ecologica e gli abbagli pericolosi (come il ponte sullo Stretto)

Sinistra alla ricerca di un’identità

Mughini: “Perché sono favorevole a intitolare una strada a Giorgio Almirante”

L’intervento. La globalista Schlein e la sinistra chic contro l’identitarismo della Meloni

Il focus (di G.Malgieri). La destra profonda e la stagione del conservatorismo

L’intervento. Barcaiuolo: “Col sì del Senato stop alle Ong che speculano sui migranti”

Regionali. Fdi trascina il centrodestra alla vittoria in Lombardia e Lazio

Più letti

  • L’intervista. Cabona: “Sigonella? Craxi con ‘no’ alle ingerenze Usa voleva chiudere il dopoguerra italiano”

    Viaggi&Patrie/10. Cabona: “Ma non abbiate lo sguardo dei neo-colonizzatori, dei maestrini dell’Occidente”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “La questione identitaria e la modernità”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • StorieDi#Calcio. Pietro Michesi il romano de Roma che castigò la Lazio (col Catanzaro)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Alain de Benoist: “Distinguere l’Ue dall’Europa e sognare un Nomos della terra multipolare”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

La maledizione dei centurioni e Algeri nel 1958

La maledizione dei centurioni e Algeri nel 1958

29 Marzo 2023
“No time to die”: la debolezza di Bond al tempo della cancel culture

Il pensiero unico contro i classici: e ora, un James Bond woke?

29 Marzo 2023
F1. La Ferrari in Australia per cercare la riscossa

F1. La Ferrari in Australia per cercare la riscossa

29 Marzo 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Amintore Fanfani e il sovranismo cattolico
  • Guidobono su Chiesa cattolica. Mobilitazione per la “Messa in Latino” a Roma
  • Guidobono su Le piroette ideologiche di Silone e Piovene
  • Luca su Segnalibro. Un intero popolo sotto accusa. La forte risposta di Ernst von Salomon
  • Guidobono su Giorgia Meloni al congresso Cgil: l’attenzione al lavoro cardine della destra sociale
  • Luca su Chiesa cattolica. Mobilitazione per la “Messa in Latino” a Roma
  • Redazione su Amintore Fanfani e il sovranismo cattolico

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più