Le recenti polemiche sulle lobby economiche, le società segrete e il potere che espimono nella società hanno riacceso il dibattito sulla pervasività di un nuovo ordine mondiale che potrebbe instaurare una dittatura soft capace di controllare ogni aspetto della vita dei popoli. Enrica Perucchietti, giornalista, dopo una laurea in Lettere e filosofia a Torino, approfondisce con inchieste e reportage aspetti poco chiari dell’economia e della politica mondiali. Di recente, dalle edizioni Arianna (Gruppo Macro) è uscito il libro Governo globale sulla storia del nuovo ordine mondiale, da lei scritto insieme con Gianluca Marletta.
Perucchietti,Le recenti polemiche sulla presenza di poteri forti che condizionano la vita politica, economica e anche sociale hanno creato due fronti: chi sostiene che si tratta di bufale, di complottismo e chi sostiene che si tratta di strategie delle lobby.
A livello storico è possibile dimostrare con facilità l’esistenza di numerosi complotti o dei cosiddetti “false flags” (letteralmente, “false operazioni”, operazioni belliche autocreate, ideate per fare credere che l’attacco sia stato effettuato da gruppi diversi rispetto ai reali esecutori, al fine di addossare loro la responsabilità di quanto accaduto, legittimando così eventuali rappresaglie) dietro alcuni dei più celebri fatti storici: ciò non significa che poi tutto debba essere letto retroattivamente alla luce delle teorie della cospirazione. Ciò genera infatti disinformazione. È un terreno paludoso in cui è difficile muoversi e in cui in certi punti si deve avere la modestia di sospendere il giudizio e semmai di proporre delle ipotesi a livello meramente speculativo senza avere la presunzione che siano “vere”. Sull’onda della diffusione globale di internet, la cultura popolare si è sbizzarrita nel tentativo di accreditare ad esempio l’idea di un Grande Complotto, una cospirazione universale guidata da Poteri Forti che manovrerebbe da decenni, addirittura secoli la storia umana: è chiaro che tale ipotesi ha il difetto di essere indimostrabile in sede storica. Ci si può “credere” con un atto di fiducia, ma non è dimostrabile. Un ricercatore dovrebbe quindi resistere alla tentazione di volere per forza immaginare l’esistenza di una “Grande Cupola” dei poteri occulti: perché, se è pur vero che certe finalità sembrano a volte accomunare forze diverse verso un unico obiettivo, resta comunque il fatto che tali forze sono e rimangono quanto mai eterogenee sia per origini che per caratteristiche.
In “Governo Globale” lei parla di Nuovo ordine mondiale e racconta il filo rosso che unisce vari episodi della storia più o meno recente. Può parlarci di questo nuovo ordine mondiale, quali sono le maggiori lobby e che ruolo hanno gli Usa?
In Governo Globale Marletta e io abbiamo cercato di ricostruire le origini storiche, filosofiche e spirituali dell’ideologia mondialista e di indicare anche alcune delle “direzioni” che essa persegue nella sua aspirazione al dominio globale, ovvero: la lotta contro tutte quelle strutture (nazioni, comunità, leader, religioni, famiglia) che coscientemente o meno si pongono come ostacoli all’unificazione e omologazione dell’umanità; il tema costante del controllo demografico e della promozione della denatalità specie fra i ceti meno abbienti; l’accaparramento delle risorse economiche globali e l’utilizzo dei “conflitti” e delle “crisi” come grimaldello per far accettare all’opinione pubblica la necessità di un potere sovranazionale; la lotta contro quei “corpi intermedi” della società (su tutte la famiglia) che si pongono anch’essi come inevitabili ostacoli al progetto mondialista, impedendo all’uomo di ritrovarsi, come al contrario si vorrebbe, privo di qualsivoglia stabilità affettiva, economica e psicologica.
Se le “forze” che giocano con la storia tendono essenzialmente a rimanere dietro le quinte e a essere in questo modo “occulte”, questo però non significa che esse non acquistino alla lunga una qualche “visibilità”. Dal mare magnum inestricabile dei poteri occulti, delle logge e delle sette, dei potentati economici e dei gruppi di pressione impegnati da tempo a promuovere il progetto del Nuovo Ordine Mondiale, emergono infatti, con una frequenza non casuale, nomi, realtà e concreti gruppi di potere che, in qualche maniera, potremmo definire il volto visibile del NWO. Troviamo così celebri dinastie come i Rockefeller o i Rotschild, ma anche multinazionali, colossi finanziari, Banche d’affari, organizzazioni politiche di stampo apertamente sionista e mondialista e movimenti “spirituali” come la Società Teosofica o ancora alcune logge massoniche. Queste realtà rappresentano in qualche modo gli “attori” maggiormente in vista del mondialismo: ma la loro stessa visibilità, per altri versi, non ci assicura che si sia al cospetto dei veri “protagonisti” di questo processo di portata universale, i quali sono probabilmente destinati a rimanere invisibili almeno finché il “fine ultimo” non sia giunto a compimento.