Voci, volti e voti dal discorso in Senato di Matteo Renzi. In un clima surreale – «Spero di essere l’ultimo premier che viene a chiedere la fiducia al Senato» – è andato in scena il discorso del premier per la fiducia all’aula di palazzo Madama. Se è comprensibile il mancato feeling con i senatori che intende rottamare, nell’ora e dieci di discorso (non particolarmente brillante) Renzi ha già mostrato – mani in tasca, guascone e un po’ spaccone – di saper disorientare anche gli alleati, irritare la sinistra e i grillini. Ecco che cosa ne pensano alcuni tra gli osservatori più o meno assicurati al carro del neopremier.
Angelino Alfano: non applaude, a differenza di quando – meno di un anno fa – si spellava le mani con Enrico Letta. Silens, fermo, algido mentre parla Renzi: azzardiamo che stesse pensando di essere entrato davvero in un governo del Pd. Che vorrà a tassare le rendite e che pone fra gli obiettivi le unioni civili e lo ius soli. «Non sono più costretti dall’emergenza, scelgono di condividere un’agenda di programma» attacca non a caso Nichi Vendola. E già, #angelinononstasereno
Aldo Cazzullo: secondo il cantore delle gesta di Renzi il premier al Senato «non si stava rivolgendo all’Aula ma direttamente ai telespettatori». Renzi è passato da la Ruota della fortuna a Funari news: «Gino, damme la duee…»
Elefantino. Così Giuliano Ferrara – che pur non guarda con antipatia al neopremier – ha commentato alcuni dei passaggi di Matteo Renzi al Senato: «In quest’aula di merda siete contro l’Europa: io dico due fregnacce pro Ue concordate con Napolitano e Barbara Spinelli» (a proposito della supercazzola); «Il peggior discorso del dopoguerra, anzi di tutti i dopoguerra, per adesso, ma fa nente. Bel sorriso» (a metà del discorso arriva l’incoraggiamento), «Un discorso da consiglio comunale di Campi Bisenzio» (la rassegnazione); «Pagella: 4 meno meno» (la resa).
Grillini. Gli unici veri interlocutori del rottamatore che ha provato a sedurli ancora una volta («li imparo ad apprezzare» ). Lo interrompono, lo criticano, in fondo lo temono. Sanno bene che sulla battuta – in streaming – Beppe Grillo ha vinto ai punti una battaglia. Non la guerra.
Kennedy vs Rumor: «Ci aspettavamo Kennedy e c’è il nipote di Rumor». Così su Twitter Maurizio Gasparri a proposito del discorso del premier. Altolà di Gianfranco Rotondi: «Mariano Rumor è stato 5 anni premier 5 segretario dc 38 anni deputato. A matteorenzi non andrà così, spero».
Prosa. «Sappiamo che viviamo un tempo di grande difficoltà e struggenti responsabilità e abbiamo la consapevolezza di dover recuperare il coraggio e il gusto di fare sogni più grandi e accompagnarli da una concretezza puntuale». Lo stil novo di Renzi. Di Renzi, non di Crozza!
Sindrome da Papa (Francesco). «Ho telefonato ieri a due nostri marò». E poi ha telefonata alla ragazza aggredita dal compagno e poi ancora a . Boom di abbonamenti per ripristinare l’avviso di chiamata. Perché prima o poi tra Francesco e Matteo…
Über Euro. «Über Euro, Immigration und Föderalismus, von Herrn Renzi nur viel Rauch: 1,10 Stunde verschwendet! Was alle verstanden haben ist, dass Herr Renzi die Staatsanleihen versteuern wird, um Deutschland und Bruxelles noch einen Gefallen zu tun». (Questo comunicato è in lingua tedesca, così da essere immediatamente comprensibile al vero governo che controlla l’Italia: con il Cancelliere – premier Angela Merkel e i grandi banchieri di Bruxelles suoi ministri)». Parola di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che dà così il benvenuto “in Italia” a Matteo Renzi.
@rapisardant