• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
lunedì 8 Agosto 2022
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Politica

Politica. Il neoduce Pd Renzi divide i vecchi compagni Velardi e Polito

by
9 Gennaio 2014
in Politica
0
renzie(Pubblichiamo l’articolo di Claudio Velardi sul blog “buchi neri” nel quale confuta le tesi critiche di Antonio Polito nei confronti del neo segretario del Pd, Matteo Renzi. Si tratta di un documento che evidenzia la ricchezza del dibattito interno al Pd, nonché il travaglio con il quale tanti postcomunisti vivono la novità rappresentata dal sindaco di Firenze).
——————————————

Mi chiedo perché colui che ritengo il migliore commentatore politico italiano ce l’abbia tanto con Matteo Renzi. Antonio Polito è mio amico da decenni. E’ stato da ragazzo militante e giornalista comunista, ha poi sciacquato i suoi ruvidi panni di appartenenza facendo carriera a Repubblica, completando il dirozzamento nella swinging London di Toni Blair, e costruendo poi quel gioiellino che è stato il “Riformista”. Ha compiuto così, con travaglio personale e buone letture, un percorso che condivide con la gran parte dell’attuale classe dirigente del paese. Ragazzi già sognatori di rivoluzioni, invecchiati da riformisti scettici blu, in un paese che le riforme le ha sempre viste con il cannocchiale. Incuriositi e speranzosi quando all’orizzonte è apparso il giovanotto fiorentino. Toh, stai a vedere che è la volta buona.

Eppure, non è passato un mese (un mese!) dall’avvento di Matteuccio alla segreteria del Pd, che Polito ha già perso le speranze. Al punto da dire, stamattina sul Corriere, che Renzi è affetto da “sindrome da iperattivismo”, si caratterizza per “sventatezza”, è capace solo di fare “ammuina”, non possiede la “gravitas”. “L’unica novità – continua il nostro – sarebbe la coreografia, con le riunioni di partito che si fanno a casa del leader, il nome stampato a caratteri cubitali sulla parete al posto del simbolo, per una riedizione in chiave moderna del partito personale, già ribattezzato «Forza Eataly», in cui le correnti non ci sono più perché ne è permessa solo una”. Se così fosse, ammonisce il novello Catone, “sarebbero guai seri per la nostra democrazia”. Perché “c’è un livello di responsabilità oltre il quale non conta più la rapidità di battuta ma quella di decisione. Renzi l’ha abbondantemente superato”, è la conclusione – peraltro letteralmente oscura – dell’apodittica e apocalittica “antirenziana” di Polito.

Intanto verrebbe da dire calma e gesso, e non a Renzi, ma al suo critico impaziente. Viviamo nel paese delle caste inamovibili e delle mille proroghe: al fiorentino si potrà pur concedere un po’ di tempo per dimostrare le sue capacità e dispiegare la sua strategia. Non ti pare, Antonio? Abbiamo regalato decenni di attese e di speranze a Prodi e  D’Alema, Veltroni e Letta, Rutelli e Amato. Non ce la fai proprio a pazientare qualche altro mesetto?

Ma veniamo alle questioni di fondo. Nella reazione eccessiva del mio amico vedo almeno due pesanti riflessi condizionati. Il primo riguarda la sua/nostra cultura di origine. Addirittura, direte. Sì. Polito – e non solo lui – va in cerca di un Renzi che sia come i politici che abbiamo conosciuto da quando avevamo i calzoni corti. Rotondi, portatori di disegni più o meno intellegibili ma sempre inquadrabili in una visione del mondo, o quantomeno in percorsi da decifrare e intercettare, e che quindi non prevedano improvvisi scarti, metodologie inedite, nuove rappresentazioni. Politici cui si possa, di conseguenza, prendere le misure con i nostri strumenti di analisi, le nostre categorie tradizionali, inserite nel roccioso universo culturale del nostro XX secolo: quello delle parole roboanti, dei progetti astratti, della dichiarata (e ipocrita) corrispondenza tra principi e azione, del contenuto politico scollegato dalla comunicazione, della vecchia relazione tra fini e mezzi e della tattica e della strategia per come ce l’hanno insegnate il Transatlantico, più che Machiavelli. Roba morta e sepolta, caro Antonio. Che, certo, lascia un vuoto che infastidisce e stordisce. Ma non solo – o tanto – per ragioni culturali, diciamo la verità.

E qui veniamo al secondo punto. La verità è che l’intero sistema politico-mediatico (in attesa che si metta in moto il vero dominus italiano, il potere giudiziario) si sta già rivoltando contro Renzi perché è, e si interpreta – appunto – come un sistema. Politici, giornalisti, imprenditori, manager, sindacalisti si comportano – anche inconsapevolmente, voglio sperare – come un sol uomo: Polito e Merlo, Casini e Napolitano, Mansi, Squinzi, Camusso, e via elencando (e parlo di persone magari degnissime, singolarmente prese). Come un corpo solo, tendono naturalmente a fare blocco contro il nuovo arrivato, l’altro da sé, di cui non capiscono né riconoscono il linguaggio, i comportamenti, lo stile, la postura (e qui c’entra – certo che c’entra – anche l’età!). Intuendo più o meno lucidamente che il virus potrebbe espandersi, fare cadere, uno dopo l’altro, tutti i pezzi del domino, e rottamare irreversibilmente l’intero sistema.

D’altronde, il cosiddetto sistema è fatto di persone in carne ed ossa, e la rivoluzione non è mai un pranzo di gala. I politici non vogliono essere rottamati, i giornalisti vogliono continuare a tenere per le palle la politica, le mille corporazioni non vogliono perdere privilegi. Il sistema siamo noi. (E il giorno in cui l’Italia dovesse funzionare come Renzi pare sognare, non è escluso che anche chi vi scrive gli si rivolterà contro, se sarà costretto a trasformarsi in un cittadino civile di un paese civile).

Detto questo, non intendo affatto sostenere che ci siano già in atto complotti contro il giovanotto di Firenze, né giustificarlo qualunque cazzata faccia. Se Renzi vincerà o perderà, sarà per sue esclusive responsabilità, il cui elenco potremo cominciare a fare tra un po’, ma seriamente. Parlando – ohibò – proprio delle cose di cui  grazie a Renzi si parla, da un mese a questa parte: il lavoro, lo sblocco dell’eterna querelle elettorale-istituzionale, la cittadinanza, e così via. Per questo mi dispiace che il mio amico Polito – la cui voglia di cambiare questo paese so essere genuina – sia caduto anche lui nel tranello di guardare il dito del panino acquistato da “Eataly” e non la luna di un paese da rovesciare come un calzino.

@barbadilloit

Related Posts

La lettera. Perché merita rispetto l’addio di Calenda al Partito democratico

Calenda è più furbo dei sondaggisti: il grande centro non esiste

4 Agosto 2022
Diario di guerra. Conflitto ucraino impantanato tra offensive e controffensive

Diario di guerra. Conflitto ucraino impantanato tra offensive e controffensive

26 Luglio 2022

Il capolavoro di Enrico Letta, king maker della caduta di Draghi

Crisi di governo. Draghi lancia il cerino ai partiti. Fi e Lega: governo nuovo senza 5S

Alain de Benoist: “Il liberalismo autoritario opprime il pensiero critico”

Sicilia. Dopo il flop a Verona, alta tensione su Musumeci

Sicilia. Il campo largo va alle primarie e punta sulle divisioni del centrodestra

Le radici storiche del conflitto tra Russia e Ucraina

Sicilia. Il passo di lato di Musumeci. Ora è pronto a non ricandidarsi

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Il caso. Arriva Rosiko il gioco da tavola di guerra tra i quartieri di Roma

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Statistiche. Tutti i colori delle maglie del calcio italiano: prevale il rosso

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Focus. Il M5S (tra tanti errori) ha cancellato il duopolio Pd-Berlusconi

La crisi del M5S: la fine dei miracolati

7 Agosto 2022
Stefan Zweig, il destino infranto di un europeo

Stefan Zweig, il destino infranto di un europeo

5 Agosto 2022
Kokutai no Hongi ovvero l’essenza del Giappone

Kokutai no Hongi ovvero l’essenza del Giappone

5 Agosto 2022

Ultimi commenti

  • paleolibertario su Segnalibro. Testimoni della decadenza da Aristotele a Ovidio
  • Guidobono su “Trent’anni e un giorno” di Fabio Granata e Peppe Nanni e il dovere della memoria. Un estratto
  • Ferna su Segnalibro. Testimoni della decadenza da Aristotele a Ovidio
  • Guidobono su F1. Anche in Ungheria la Ferrari si fa male da sola
  • Guidobono su Calenda è più furbo dei sondaggisti: il grande centro non esiste
  • Luca su La poesia di Fernando Pessoa fra innovazione e tradizione
  • Iginio su Fenomenologia del connubio tra “Venditti e De Gregori”

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più