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Home Scritti

Elezioni. Duecentoquindici simboli elettorali: la politica debole sarà sepolta dalla satira

by Elena Barlozzari
14 Gennaio 2013
in Scritti
0

Ci siamo: il conteggio provvisorio dei simboli presentati al Viminale in attesa d’esser ammessi o respinti si ferma a 215. Duecentoquindici contrassegni, il 15% rispetto alle super caotiche politiche del 2008. Duecentoquindici modi per dire la stessa cosa: la Politica è morta!

E’ davvero possibile che esistano duecentoquindici modi per affermare un concetto semplice, che poi risulta essere quello di “Bene Comune”? Ogni arciere si posiziona, corpo e piedi, perpendicolarmente al bersaglio, il collo ed il capo sono eretti, le gambe divaricate quanto l’ampiezza delle spalle, un piede a destra ed uno a sinistra sulla linea di tiro, il peso ben distribuito in entrambe le gambe. Non ci sono altri modi per andare a segno.

E’ forse più plausibile pensare, quindi, che ci siano duecentoquindici monoporzioni di bene nascoste dietro un fazzoletto di programma elettorale, divulgato come fosse Vangelo e pronto ad esser gettato come una maschera se e quando non occorrerà più.

Il fenomeno di erosione del concetto di comunità e la parcellizzazione in porzioni sempre più piccole della società è la chiave di lettura di ogni particolarismo quotidiano, incluso quello di una lista che si definisce “meridionalista” e di quella “secessionista”, passando poi per sigle fantasiose che di politico hanno solo la satira. “Ci vuole serietà”, perché tra “discorsi filosofici” e “calcoli matematici”, si disperde irrimediabilmente l’attitudine principe d’ogni battaglia: l’unione. La disamina delle mutevoli compagini e rispettive intenzioni non lascia dubbi, a strillarlo sono non solo i vecchi simboli, ritriti e marcescenti, ma anche nuove formazioni che non riusciranno nemmeno a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni.

Chi sono? Da dove vengono? Cosa hanno fatto in passato? Crediamo che sia sufficiente rispondere a queste tre domande per non farsi “fregare” e, aggirata con astuzia la botola della forca, si può anche iniziare a sorridere scorrendo la lista dei duecentoquindici  – tra cui “Partito Internettiano”, “Partito Pirata”, “Democrazia-Natura-Amore con Cicciolina”, “La Rosa Nera – gay di destra” e molti altri ancora – perché una risata ci sta e solo una risata può seppellire tutti questi simboli strambi…

Elena Barlozzari

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