«A fine gennaio sceglieremo il simbolo per le Europee e il presidente del movimentoza». Primarie per tutto e per tutti. Così Giorgia Meloni, in un’intervista al Giornale, traccia la road map dopo che l’assemblea della Fondazione An ha visto passare la mozione presentata da lei e da Ignazio La Russa. La possibilità di avere a disposizione il simbolo di Alleanza nazionale per l’ex ministro della Gioventù significa «tutt’altro che un’operazione nostalgia: è il ritorno alla vera vocazione di An come partito-polo, che stiamo cercando di fare con Fratelli d’Italia e l’Officina per l’Italia».
Meloni spiega poi come intende questa riproposizione: «Inizialmente ero perplessa all’uso del vecchio simbolro perché temevo fosse utile solo a creare poltrone per la vecchia classe dirigente, ma le modalità che abbiamo trovato sono quelle giuste: nessuna esclusione ma anche nessuna rendita». Primarie su tutto, insomma. «Sì, e proprio oggi ricorre un anno da quelle primarie poi abortite. Se allora Alfano avesse avuto il coraggio di tenere il punto e andare fino in fondo forse oggi si troverebbe ancora nel campo del centrodestra e non in trincea a difendere un governo di centrosinistra».
Porte aperte da parte di Meloni, quindi, a chi (da Francesco Storace a Roberto Menia ad Adriana Poli Bortone) ha criticato la mozione o la modalità stessa che l’utilizzo del simbolo potesse essere materia di decisione della Fondazione: «Le Europee prevedono le preferenze. Chiedo a tutti di mettersi in gioco e candidarsi». Da scongiurare, secondo il leader di Fratelli d’Italia, l’eventualità che possano presentarsi due liste di destra alle prossime elezioni: «Spero di no. Faccio notare che coloro che ora polemizzano sono gli stessi che mi hanno rivolto più volte l’invito a promuovere un movimento per riunificare la destra italiana. Gli stessi che ho incontrato venerdì per illustrare la mozione».
@barbadilloit