Una notte alla ricerca di soluzioni diplomatiche per definire l’iter che potrebbe portare al ritorno nell’agone elettorale del simbolo di An: è in corso a Roma la riunione a cui prendono parte esponenti di Fratelli d’Italia, dell’Officina Italia, di Fli e del Movimento per Alleanza nazionale al fine di trovare una piattaforma comune in vista delle prossime europee.
Il cda della Fondazione. Nella seduta di ieri è emersa una convergenza maggioritaria tra Gianni Alemanno, Ignazio La Russa, Donato Lamorte e Roberto Menia su una possibile riedizione di un soggetto unitario delle destre, mentre l’area che fa riferimento a Maurizio Gasparri e Altero Matteoli non parteciperebbe a futuri rassemblement. Novità significativa decisa ieri dal cda è che tutto si svolgerà con il voto palese: una decisione, questa, che renderà plastico l’equilibrio tra i componenti e le anime della Fondazione. Intanto si allarga la compagine che avrà responsabilità decisionali: Giorgia Meloni, da ieri, è un membro del cda. Il leader di Fratelli d’Italia – assieme alla pattuglia presente anche tra i soci della Fondazione – non ha mai nascosto il proprio scetticismo di fronte a eventuali rifondazioni, ma nelle ultime ore ha temperato questa posizione con una rilevante dose di realismo.
L’assemblea degli iscritti di sabato. Beni e risorse restano a disposizione della Fondazione An per gli obiettivi statutari e non saranno oggetto di trattative nelle prossime settimane. I convocati domani (alle 11) all’Ergife voteranno su una mozione – che includerà la mozione degli affetti lanciata da Alemanno – e che potrebbe prevedere la concessione a Fratelli d’Italia del simbolo per dare vita ad un cartello elettorale inclusivo. Al riguardo, in queste ore, si sono registrate le resistenze di Francesco Storace e le obiezioni di Adriana Poli Bortone, ma il lavoro degli sherpa potrebbe accorciare le distanze tra gli ex dirigenti della Fiamma.
Superare lo sbarramento al 4%. Se non ci sarà convergenza tra il fronte Meloni-Rampelli-La Russa e Alemanno con il Movimento per Alleanza Nazionale (Francesco Storace, Adriana Poli Bortone, Antonio Buonfiglio, Roberto Menia, Salvatore Tatarella e Domenico Nania) lo scenario vedrà due progetti paralleli, con due sigle concorrenti: la soglia per l’accesso al parlamento europeo potrebbe così diventare un ostacolo insormontabile.