“Per l’economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia”. Papa Francesco lo dice con un linguaggio semplice, ma le parole espresse non lasciano spazio a interpretazioni. L’attacco di Bergoglio è contro l’attuale sistema economico mondiale. L’invettiva è stata pronunciata all’interno del videomessaggio trasmesso al terzo Festival della dottrina sociale della Chiesa, che si terrà a Verona fino al 24 novembre, dal titolo “Meno disuguaglianze, più differenze”.
“Chi opera nell’economia e nella finanza – ha aggiunto il Pontefice – è sicuramente attratto dal profitto e se non sta attento, si mette a servire il profitto stesso, così diventa schiavo del denaro. La Dottrina Sociale della Chiesa contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Il Magistero sociale è molto utile per non perdersi”.
Papa Bergoglio ha voluto concedersi anche un personalissimo momento amarcord: “Io ricordo, ero ragazzo, avevo 18 anni, anno 1954 – racconta il vescovo di Roma – e ho sentito mio padre fare una conferenza sul cooperativismo cristiano e da quel tempo io mi sono entusiasmato con questo, ho visto che quella era la strada. Ho incontrato alcuni rappresentanti del mondo delle cooperative. Qui, in questo salotto, abbiamo avuto una riunione, mesi fa. Mi ha molto consolato e penso sia una buona notizia per tutti sentire che, per rispondere alla crisi, si è ridotto l’utile, ma si è mantenuto il livello occupazionale”.
Il papa si è soffermato anche sulla crisi occupazionale che sta investendo l’intero consesso mondiale: “Il lavoro è troppo importante – ha spiegato – e cammina di pari passo con la dignità della persona umana. La solidarietà va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta un elemento importante per assicurare la pluralità di presenze tra i datori del mercato”.