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Home Cultura

Arte. Domenico Romeo: “Smonto e rimonto i miei sogni e li porto sui muri delle città”

by Elena Barlozzari
24 Novembre 2013
in Cultura, Personaggi
0

romeoNel celebre The Wonderful Wizard of Oz, Baum immagina una città color smeraldo. A distanza di più d’un secolo da quella meravigliosa invenzione letteraria arriva Domenico Romeo. Nato in provincia di Reggio Calabria nel 1988, si trasferisce a Roma per intraprendere studi giuridici mai portati a compimento: sono le arti visive la sua vera passione. Così il giovane artista contemporaneo si sveglia al mattino in ritardo «rispetto alla tabella di marcia» non tanto perché la sera prima è uscito con gli amici, ma soprattutto perché non ha perso la capacità di sognare cose e frammenti di cose, spunti preziosi attraverso cui concepire lo spazio urbano in maniera differente.

romeo1«Da qualche mese ho iniziato a raccogliere il materiale che lo “spirito” dei sogni lascia tra le pieghe della memoria» – dice di sé.  «Al risveglio riordino i ricordi, appuntando le fasi salienti di storie apparentemente prive di senso. Ricalco i tratti dei volti di persone mai viste, ridisegno la silhouette di animali fantastici. Smonto e rimonto i pezzi sperando in un filo conduttore, in una traccia di razionalità. Divido parole, accatasto lettere che fluttuando perdono pezzi e ne acquistano di nuovi. Si trasformano generando nuove lettere, nuove parole di nuovi linguaggi. Così si fondono insieme immagini e frasi misteriosamente, come altrettanto misteriosamente si accende la scintilla che dà vita al sogno». La sua giornata tipo è più o meno la seguente: la monotonia di un suono assordante che ogni mattina interviene a imporre la corsa, uno o più caffè senza zucchero, tante boccate di aria metropolitana e i suoi incomprensibili alfabeti. E poi l’arte. I caratteri arricciolati e sinuosi con cui Domenico ama farsi riconoscere in giro per le città appaiono dove meno te l’aspetti, magari proprio a pochi passi da casa tua, davanti alle imposte chiuse per il temporale o dietro l’angolo che ti ritrovi a svoltare.

romeo, ROMEO, street art, blindeyefactory, the blind eye factory, alterazioniDomenico ha una personalità eclettica ed uno stile tutto suo, questo si percepisce immediatamente, questo ci incuriosisce al primo sguardo. Iniziamo la conversazione con un approccio soft, domandandogli come e se è possibile classificare il suo talento. «Ho lavorato anche in strada ma non so se Street Art sia la giusta definizione»- risponde con semplicità.  «Il mio lavoro parte della carta, solo successivamente si trasferisce su muri pubblici. Diciamo che la Street Art  per me è una fase di sperimentazione come può esserlo la scelta di un determinato stile o materiale. É sempre tutto in continuo mutamento». Certo è che a prescindere dagli schemi, la sua attività richiede capacità comunicative da gigante, le uniche in grado di catturare l’attenzione dei passanti e “rubarli” anche solo per un attimo alla loro operosa distrazione.

romeo4Un  lavoro difficile, che implica lunga preparazione e nessuna casualità. «Seleziono diversi soggetti, faccio qualche schizzo per focalizzare il lavoro finito e poi procedo alla realizzazione», senza mai prescindere della valutazione del luogo prescelto. «Cerco di studiare la geografia, la storia e gli usi e costumi della popolazione. Voglio che il risultato finale parli di me, come tutto ciò che faccio, ma al tempo stesso deve rispecchiare chi lo guarda quotidianamente». E se vi capiterà di trovarvi di fronte ad una delle sue creazioni godetene senza velleità, perché il livello più profondo di comprensione «spetta solo a me, ed è il motivo per cui lo faccio. Scrivo appunti con la speranza di rileggerli più in là» – confessa Domenico.

romeo 3In tema di suggestioni ed esempi, ad emergere è la grande ammirazione per il sudamericano Retna rispetto al quale la sua formazione sembra essere sviluppata al negativo, «Retna è un maestro di sintesi, io invece tendo sempre a complicare». Così come la stessa rivelazione che fu per Matisse “venue de l’Orient” l’ha appassionato ai grandi calligrafi del mondo arabo, come Nja Mahdaoui e Mohammad Ehsaei. L’ultima curiosità è forse un po’ sciocca, ma la dobbiamo soddisfare: Tra tutti i tuoi lavori, a quale opera ti senti più legato?. «Tendo sempre a disprezzare ciò che faccio appena finisco. Quindi dico che l’opera che preferisco è quella che farò domani».

Per le foto si ringraziano Lorenzo Gallitto “the blindeye factory”, Arianna Barone, Danilo Muratore e Giulia Venanzi

Elena Barlozzari

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