Tex, breve o lungo che sia, è sempre Tex. Così Mister Mauro Boselli conclude il suo personale tributo alla prossima novità firmata Sergio Bonelli editore. Boselli è uno degli sceneggiatori che sta “rieditando” il vecchio form-west made in Italy, rendendolo più appetibile alle giovani generazioni sempre più abituate al frame veloce della fiction, allungata sì, ma segmentata in brevi episodi.
E così la collana più fortunata della Sergio Bonelli diviene, esperimento comprensibile, raccolta di racconti brevi e a colori. Resta il formato classico per gli appassionati tutti d’un pezzo, ma viene affiancata questa nuova serie dal modus più intenso e veloce. Non abbiamo ancora fatto in tempo a lasciare il fiato, dopo il lancio di Orfani, il nuovo war-fantasy a fumetti della casa editrice più famosa tra i fumettari, che già ci deliziano di nuove succulente novità. Il restyling, in tempo di crisi, non è solo una strategia di marketing ma anche e soprattutto un tentativo rischioso di avvicinare giovani lettori al parterre di offerta editoriale ampia ma sicuramente “datata”. Qualcosa di mai tentato prima, anche se, per la verità, qualche precedente esiste, in certi episodi che, nel corso degli anni, erano destinati a uscite speciali e fuori serie.
Ci riferiamo a storie brevi come la divertente “Un caldo pomeriggio”, su testi di Guido Nolitta (il nostro indimenticabile Sergio Bonelli) per i disegni di Giovanni Ticci – uscita nel 1992 su “Comic Art” n.96. La short story ha nel genere western letterario una tradizione di tutto rispetto, da Mark Twain a Stephen Crane sino a Elmore Leonard. Ebbene, in questo primo volume si cerca e si rischia il colpaccio, con l’aiuto ai testi di Tito Faraci, Pasquale Ruju, Gianfranco Manfredi e Mauro Boselli, appunto. Ai disegni di Giampiero Casertano, Sandro Scascitelli, Stefano Biglia e Nicola Genzianella.
Dopo il successo del Lucca Comics, Tex torna più in forma che mai e le iniziative non finiscono qui. Boselli è tra i curatori della prefazione del libro “Tex – Fiumi di china italiano in deserti americani” di Raffaele De Falco. Un libro di 350 pagine di Nicola Pesce Editore che esce a novembre nelle librerie italiane e che raccoglie testimonianze, storie, strutture e chiavi narrative con numerose illustrazioni inedite. Le ragioni di tanto “amore” italiano per i deserti western americani ha origini nel sogno di un altro Sergio, non Bonelli ma Leone, di raccontare un western “meno politico” e paradossalmente più “moderno” e dinamico rispetto a quello di John Wayne, divenuto icona dei repubblicani e dei conservatori americani, e ridare un pathos all’italiana, grazie a inquadrature e sguardi studiati alla perfezione, al genere più fortunato degli anni 70’ che ha lanciato sul grande schermo celebrità come Clint Eastwood, Franco Neri (l’originale Django ripreso l’anno passato da Tarantino) e lo scomparso Giuliano Gemma, che interpretò proprio il film ispirato a Tex. Roba da sociologi e tesisti, questo fumetto arrivò a essere venduto per 600.000 copie al mese fino a qualche anno fa! Che è già molto più di alcuni noti mensili italiani fortemente politicizzati.
Tex nacque nel 1948 più come esperimento artigianale che come fumetto destinato a divenire un fenomeno editoriale. Venne ideato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini come fumetto di “sostegno” all’altro personaggio a cui stavano lavorando all’epoca e su cui avevano puntato, Occhio Cupo, una classica storia di cappa e spada. Nei primi numeri del fumetto l’aspetto fisico di Tex riprende molte caratteristiche dal personaggio di Occhio Cupo: i jeans così stretti da sembrare una calzamaglia, gli stivali flosci e la camicia a frange. Quando, contrariamente a tutte le previsioni, Occhio Cupo venne dimenticato e fu Tex a riscuotere successo, queste caratteristiche vennero abbandonate in favore dell’aspetto attuale del personaggio. E se qualcuno ha ancora dubbi sulla iconicità del fumetto western, andate a vedere su Ebay quanto vengono vendute le ultime copie (introvabili) della serie Albo d’oro degli anni 60’… L’assalto alla diligenza regge il confronto, Tex ne sa qualcosa.