Questo novembre sarà ricordato di certo come il mese delle rifondazioni politiche. Se il 16 Silvio Berlusconi formalizzerà il ritorno a Forza Italia, già questo fine settimana toccherà a Francesco Storace, Adriana Poli Bortone e Roberto Menia “scongelare” – dopo cinque anni – Alleanza Nazionale. Il 9 novembre infatti, anniversario della caduta del Muro di Berlino, proveranno, dopo i disastri elettorali che hanno determinato l’implosione della destra politica, a ritrovare quell’unità che fatica a nascere tra i figliocci della fiamma.
Per sabato, intanto, tutto sembra essere pronto: duemila bandiere di An sono a disposizione dei partecipanti, la sala del l’Hotel Parco dei Principi a Roma si preannuncia piena e sui muri della Capitale campeggiano da settimane i richiami alla stagione di Alleanza Nazionale. Resta da capire, adesso, se si tratta di una mera operazione nostalgia oppure no. Proprio per smentire questo Storace ha insistito molto negli ultimi giorni (polemizzando con altri esponenti del Pdl e di Fratelli d’Italia) sul profilo politico della reunion. Lo ha fatto a partire da un’autocritica rispetto a “quella” stagione di Alleanza Nazionale che aveva visto il partito diretta emanazione del Msi abbracciare in maniera entusiastica la ventata europeista tanto in voga negli anni ‘90: «La nuova Alleanza nazionale che vogliamo proporre agli italiani è quella che deve affermare con forza il valore dell’Italia che si ribella alla sudditanza verso l’Europa. Una svolta, anche rispetto al partito in cui militammo, nel quale si inseguì una mistica europeista soggetta ai poteri finanziari che distruggono la vita di popoli interi».
Rispetto a quelle stagione, però, manca un leader. L’ex segretario de La Destra questo lo sa. Ma a suo avviso proprio ciò deve rappresentare un invito ad evitare la dispersione: «Questo vogliamo rappresentare: un popolo che orfano di una leadership da ricostruire, cessa la guerriglia tra partitini, punta a formarne uno solo e di destra, che candidi l’Italia ad una nuova fase di ricostruzione nazionale attraverso il messaggio della sovranità». Non si nasconde nemmeno l’obiettivo a breve raggio: quelle elezioni Europee che rappresentano il test fondamentale per stabilire l’agibilità politica di tutto un mondo: «Se a destra non ci sarà traccia di unità ulteriore, dovremo prepararci organizzativamente a quella sfida, con liste e candidati, lanciando con forza il messaggio di uno Stato che deve tornare a battere moneta, proponendo anche un referendum europeo per l’abolizione del fiscal compact, e la nazionalizzazione di Bankitalia».
Sabato non ci saranno i Fratelli d’Italia. Non solo perché saranno impegnati il 17 con la riunione finale di “Officina per l’Italia”, il progetto propedeutico al congresso del partito che si terrà a gennaio, ma anche in quanto rivendicano un percorso di ricostruzione a destra già in atto da quasi un anno. Da chiarire resta che tipo di interlocuzione avranno i due soggetti che rappresentano quote importanti del mondo che proviene da Alleanza Nazionale. Anche perché lo sbarramento del 4% alle Europee – traguardo che non può essere eluso – non è solo difficile ma anche temporalmente sempre più vicino.