“Stiamo insieme, siamo uniti. Andrà tutto bene, vedrai”. Invece, poi, così non è stato per Angelo Merendino e Jennifer, sua moglie, morta a 40 anni a causa di un tumore al seno.
Si sposano nel 2007. Poi, cinque mesi dopo, a febbraio del 2008, a Jen viene diagnosticato il cancro. E Angelo, americano e fotografo di professione, decide di fotografare sua moglie durante tutto il decorso della malattia, conservando per sempre Jen anche nei suoi rullini. Un album fotografico che è diventato “The Battle We Didn’t Choose. My wife’s fight with breast cancer” (“La battaglia che non abbiamo scelto. La lotta di mia moglie contro il cancro al seno”), scaricabile anche in ebook.
Non si tratta di un reportage sul cancro, ma di un’opera d’amore, “un lavoro sulla vita, un insegnamento sul non arrendersi mai”, come l’ha definito Angelo stesso. C’è Jen ancora bella e sorridente, Jen che inizia a perdere i capelli, Jen e la chemio, Jen in un letto di ospedale, Jen con il volto stanco. Il suo corpo che cambia. Ma con gli occhi sempre vivi. Ogni scatto è naturale; Angelo non ha cercato luci e pose particolari, ha solo fissato un momento, tanti momenti. Ha riportato la fotografia alla sua originale missione, quella di documentare, quella di ritrarre gli istanti così come sono, nel momento in cui le cose stanno accadendo, prima ancora che una penna o una voce possano raccontarle. Istanti in sequenze, spesso spietate. Perché spietata è la malattia che consuma, si mangia la vita tutt’intorno, in un vortice senza fine. Anche la vita di chi resta accanto ai malati. Eppure, le foto scattate da Angelo, lasciano un segno indelebile oltre il dolore e la sofferenza. Il segno dell’amore. La potenza del sentimento che ha unito Angelo e Jen. “Come uno scolaretto – racconta il fotografo – sono andato da lei e le ho detto: ‘Ho una cotta per te!’. Fui sorpreso nel vedere gli occhi di Jen illuminarsi, e lei rispondermi: ‘Anche io!’ ”. Un sentimento a cui Angelo ha dato voce con lo strumento che meglio sa utilizzare, la sua macchina fotografica. Una storia, la loro, che Angelo racconta nella sezione “Our Story” del sito dedicato al progetto.
Ma perché fotografare la malattia, e come trovare la forza di farlo? “Con questo progetto, voglio incoraggiare il dialogo – racconta Angelo – Molte persone non conoscono la vita quotidiana di chi si ammala di cancro, e di conseguenza non sanno come aiutare chi amano ad affrontare la malattia. La mia speranza è che la nostra storia possa mostrare alle persone che non è necessario avere le risposte o avere sempre la cosa giusta da dire. Ciò che conta è esserci. Non scappare via”. I proventi dell’ebook andranno a “The Love You Share”, un’associazione no-profit che Merendino ha fondato in onore di Jen e di tutte quelle donne che ricevono trattamenti di cura per il cancro al seno.