Lo scontro congressuale nel Partito democratico sarà all’ultimo sangue. Sarà senza sconti come confermato dall’attacco che il viceministro Stefano Fassina ha lanciato contro il sindaco di Firenze Matteo Renzi, ridicolizzando le sue proposte economiche da segretario in pectore del Pd.
Con un post pubblicato sulll’Huffingtonpost, Fassina ha demolito la piattaforma economica renziana, definendola di rilevanza pari a zero.
Primo siluro
“Caro Matteo,
Tu proponi dismissioni per 5 miliardi. Al di là della praticabilità di mercato, ti segnaliamo che i proventi da dismissioni sono una tantum, non possono essere utilizzati per coprire minor gettito permanente. Devono andare a riduzione del debito pubblico (quando sono partite finanziarie) o possono essere finalizzati a investimenti (quando sono cespiti immobiliari)”.
Secondo siluro
Anche gli interventi sulla spesa in conto capitale della Difesa (F35 o altri armamenti), altra tua coraggiosa e innovativa proposta, sono spese in conto capitale e non possono essere portare a copertura di riduzioni permanenti di imposte.
Terzo siluro
“Le tue coraggiose proposte includono anche l’innalzamento al 75% dell’aliquota sui profitti prodotti dalle slot machine. Triplicare l’aliquota vuol dire portare alla chiusura larga parte delle imprese sane (per un liberale come te è facile riconoscere che nessun imprenditore serio può sopportare che tre quarti dei suoi utili finiscano allo Stato) e favorire il gioco in nero, in un settore molto esposto alla criminalità organizzata. In altri termini, innalzare l’aliquota al 75% implica una perdita di gettito (che comunque ha un ordine di grandezza di 500 milioni all’anno, ossia 1/40-esimo dei 20 miliardi cercati). Infine, con un temerario atto di coraggio, proponi di tagliare di 10 miliardi i consumi intermedi”.
Quarto siluro
“Ti informiamo che tra gli interventi già realizzati e gli interventi introdotti nel Disegno di Legge di Stabilità dal pavido governo Letta si arriva a tagli di oltre 10 miliardi all’anno ai consumi intermedi, un aggregato che ammonta per lo Stato a circa 30 miliardi all’anno. Ti informiamo anche che nella Nota di Aggiornamento al DEF del settembre scorso il vile “governo del cacciavite” ha previsto una riduzione di spesa primaria corrente che a regime vale circa 3 punti percentuali di Pil all’anno, circa 50 miliardi”.
Le drastiche conclusioni
“Insomma, caro Matteo, l’insieme delle tue coraggiose proposte ha una rilevanza finanziaria pari a zero. Qui, i burocrati e i soloni invidiosi del tuo rinomato coraggio e del tuo indiscutibile successo, dicono che il caterpillar è andato fuori strada e si è cappottato. Attendiamo con immutata fiducia tue coraggiose gesta per recuperare i 20 miliardi all’anno per un coraggioso taglio del cuneo fiscale. Il termine per la presentazione di coraggiosi emendamenti al Disegno di Legge di Stabilità all’esame del Senato scade la prossima settimana.
Un abbraccio, Stefano Fassina”.