Crocetta è per la prima volta in minoranza alla Regione siciliana. Il Pd di Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici ha ritirato, ieri, il sostegno alla Giunta, facendo venire meno la maggioranza di centrosinistra all’Ars. Ma non solo. La direzione del Pd ha inoltre chiesto, se non imposto, ai quattro assessori democratici le dimissioni. Se Luca Bianchi, Nelli Scilabra , Mariella Lobello e Nino Bartolotta non asseconderanno le decisioni della Direzione, la loro scelta passerà nelle mani dei garanti del partito per i provvedimenti disciplinari del caso.
Un aut aut, dunque. Al quale però, secondo i rumors di Palazzo, i quattro assessori non sarebbero intenzionati a cedere. E con loro lo stesso Crocetta. Il quale, raggiunto a Catania dalla notizia della sostanziale sfiducia da parte del suo stesso partito, mentre era in visita ai due agenti della scorta ricoverati in gravi condizioni, a seguito delle ferite riportate sabato in un incidente stradale che ha coinvolto lo stesso presidente della Regione, ha così reagito: “’Sinceramente Lupo crede che, in uno dei momenti più difficili della mia vita, in cui io temo per la vita delle persone che mi fanno la scorta e che la rischiano ogni giorno per me, io possa fare questo dibattito politico. Io mi sarei aspettato che sospendessero la direzione”.
Una reazione emozionata e allo stesso tempo risentita, pronunciata qualche instante prima d’incontrare i familiari degli agenti feriti: ”Mi aspettavo – ha aggiunto Crocetta- che venissero a fare una visita al presidente della Regione che ha subito uno shock tremendo e che ha rischiato la pelle. La cosa peggiore è che i poliziotti qui ricoverati, la pelle, la stanno rischiando ancora”. Crocetta dunque preferisce non mollare la presa rilanciando il valore della propria azione amministrativa: “Per me – rivolgendosi ai vertici del proprio Partito – si continua il programma che è stato concordato con il popolo siciliano. Io non mi faccio condizionare da alcuno e non sarò il pupo di alcuno”.
Arriva dunque al capolinea la vicenda siciliana dei rimpasti di governo. Il Pd, di fatto, non ha accettato i niet di Crocetta alla proposta di rimpolpare la squadra democratica a Palazzo d’Orleans. Da questo momento in poi il Presidente sarà costretto, ancor più di prima, a cercare in aula i voti a sostegno di ogni singolo provvedimento. Uno scenario che non ha precedenti. Anche Raffaele Lombardo, durante la scorsa legislatura, ha visto mutare la propria maggioranza di centrodestra, fino ad arrivare al sostegno del tutto inatteso del Pd. Ma in nessun modo gli era mai venuto a mancare il sostegno della propria formazione, l’Mpa.
Crocetta, oggi invece, rischia di non avere il sostengo necessario del proprio partito su due importanti disegni di legge riguardanti un settore “esplosivo” quale la Formazione. E rischia inoltre di vedere cestinata la bozza di riforma degli enti locali che prevede, in sostituzione delle Province regionali, la nascita delle tre città metropolitane di Catania, Messina e Palermo e l’istituzione dei liberi consorzi tra comuni sul tutto il territorio isolano. In questa fase, però, non si esclude una palese richiesta di aiuto all’opposizione di centrodestra e al M5S. Una manovra che, se andasse in porto, rischierebbe di fare crollare definitivamente le istanze politiche della parentesi riformista in Sicilia.