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Maurizio Di Bona, come nasce l’idea di unire nel racconto dell’arte di Franco Battiato testimonianze e disegni per Mimesis con “Battiato l’alieno”?
“Avevo disegnato una parte delle vignette, nelle quali mi prendo parecchie liceità, inclusa quella di dissacrare un personaggio che “per molti è santità”, ma volevo per ragioni diverse allegerire il Battiato che tanti ancora leggono come pesante, snob e misticheggiante a sproposito. Mi sono poi reso conto che al Battiato scarabocchiato e distorto che avevo generato doveva fare necessariamente da contraltare serio il ritratto di quello fedele all’originale. E allora mi sono messo in cerca di chi potesse scriverne avendolo conosciuto e frequentato. La sorte ha voluto che intercettassi un ingegnere catanese, Alessio Cantarella, che aveva raccolto una miriade di ricordi di colleghi ed amici di Franco per realizzare il documentario Tra cento miliardi di ricordi, e l’incastro si è rivelato più che perfetto”.
Come ha conosciuto note e arte dell’artista siciliano?
“Non ero un gran conoscitore della produzione di Battiato quando l’idea del libro ha cominciato a brillare tra i tanti altri progetti nel cassetto, addiittura 14 anni fa in Germania.
Conoscevo unicamente i pezzi raccolti nell’album live Giubbe Rosse del 1989, a testimoniare che non fossi un grande fan. Ma poi nel periodo in cui ho vissuto in Irlanda andavo a correre con in cuffia Battiato the platinum collection e le conoscenze si sono decisamente ampliate, ispirando buona parte dei disegni poi finiti nel libro”.
L’introduzione della Blady come nasce?
“Dalla visione del dietro le quinte che Syusy aveva girato in occasione del documentario “Attraversando il Bardo” realizzato da Battiato a Kathmandu. C’è una scena in cui Franco fa una battuta(ccia) ma è fuori campo e allora lei gli chiede di farsi vedere “…perchè la gente deve sapere quanto sei simpatico!” mentre lui ridacchianco si raccomanda di far tagliare la scena. Mi è sembrata un’indicazione perfettamente in linea con le intenzioni del libro e allora le ho chiesto di introdurre l’opera(zione). E tutto è andato come doveva andare”.
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Cosa considera essenziale per leggere l’Italia dei nostri giorni delle suggestoni e delle parole di Battiato?
“Al ritratto dei “perfetti e inutili buffoni” o dei “ciarlatani e servitori dello Stato” di Povera Patria e Inneres Auge non credo serva aggiungere molto. Ma non soltanto per leggere l’Italia di oggi, anche quella di ieri e ieri l’altro, se si considera “com’è misera la vita negli abusi di potere” di Bandiera bianca che è del 1981. Francamente mi interessano più le suggestioni battiatesche che rimandano ad altri mondi, dimensioni parallele e la riscoperta del sacro, che ha poco a che fare con le singole confessioni e molto di più con una matrice cosmica. Il divino che è legge interna della Natura. Ad esempio, i perfetti “codici di geometria esistenziale” che riecheggiano ne Gli uccelli”.
Ha in programma nuove iniziative sul cantautore cult per intere generazioni?
“All’insegna del “non c’è tempo da perdere” siamo già a lavoro sul secondo capitolo che s’intitolerà “Battiato l’artista”. Perchè c’è ovviamente tanto altro da raccontare su Battiato. A fine lavorazione de Lalieno ho scoperto altre due dimensioni di Franco che ignoravo: quella del pittore e quella del regista, che hanno inevitabilmente fatto germogliare e fiorire nuove vignette. Anche tutte le frequentazioni coi mistici della storia e le implicazioni con la fisica quantistica degli ultimi anni è tutto materiale prezioso che non può e non deve rimanere inevaso”.