1974-2024. 50 anni, un bagliore nell’eternità del tempo. Un lampo accecante dalla durata di un battito di ciglia. 50 anni sono trascorsi dalla dipartita del filosofo romano, mezzo secolo, eppure oggi più che mai, con mente forse più lucida, si torna a parlare di Julius Evola.
Si riaprono i suoi libri, aiutati, come in passato, dai tanti saggi critici dei molti eccezionali studiosi evoliani, si organizzano dibattiti, incontri, conferenze; si torna finalmente a rileggere l’opera di uno dei massimi filosofi italiani del Novecento, secolo che con le sue più spietate contraddizioni spesso non ha permesso di leggere Evola con la giusta serenità d’animo. Ma è Evola stesso che ci invita ad andare oltre l’immanente e ci insegna a guardare più lontano. Il tempo non è nulla, lo spazio ancor meno. Oggi più che mai occorre rivivere gli insegnamenti di colui che ha provato, con la sua stessa esistenza, a incarnare l’esempio per cercare un passaggio ulteriore e ultimo tra le maglie del tempo.
Anche la città di Verona ha risposto. Negli anni della riscoperta della figura di Evola – occorre solo dare un’occhiata a tutte le ultimissime pubblicazioni – grazie all’instancabile lavoro della Fondazione Julius Evola e alla lungimiranza di tanti appassionati e/o sodali del Barone, nell’anno del 50esimo della scomparsa, Verona ricorda e omaggia il filosofo Julius Evola con una mattinata ricca di incontri e di stimolanti riflessioni. E lo fa a suo modo, aprendo le porte di uno dei simboli più suggestivi e affascinanti della città scaligera, la maestosa Porta Palio, opera magistrale del Sanmicheli. Luogo più evoliano di così non si poteva individuare. Una Porta che sa di ingresso simbolico. Un luogo che attrae come un magnete auree lontane nel tempo. È in questo luogo che a cinquant’anni dalla sua scomparsa, alcuni tra i massimi conoscitori dell’opera evoliana, si troveranno per omaggiarlo. Singoli appassionati che si fanno carico di un peso enorme e che permetteranno a tutti di noi di prendere consapevolezza che oggi più mai il ricordo e l’esempio di Julius Evola sono più vivi e attuali che mai.
Durante la mattinata, con l’introduzione di Abbondio Dal Bon, verrà presentata l’ultima e definitiva biografia di chi ci ha insegnato a percorrere la via della Tradizione, intitolata “Vita avventurosa di Julius Evola”, realizzata con sforzo olimpico dal giovane Andrea Scarabelli, vicepresidente della Fondazione Julius Evola. Di seguito si terrà l’intervento del professor Giovanni Perez, uno dei massimi conoscitori italiani dell’opera evoliana, i cui saggi circolano da tempo immemore nelle biblioteche di tutti coloro che hanno avvicinato la figura del filosofo. Chiuderà un’altra tappa del viaggio sulle orme della Tradizione l’artista eclettico Curzio Vivarelli, che con le sue opere, delizierà il pubblico che, mai come in questa occasione, avrà l’onore di partecipare ad un simposio che spazia da tinte attuali ad echi perenni.
L’appuntamento è per sabato 18 maggio alle ore 10:30 presso Porta Palio a Verona.