L’Europa e il mondo occidentale hanno imboccato una deriva che non prospetta nulla di buono. L’immigrazione di massa, la nascita e il progressivo ampliamento di banlieu, “no go area”, “quartieri-ghetto” dove i bianchi non possono mettere piede, modelli antieuropei e contrari alla cultura occidentale proposti e diffusi da cenacoli intellettuali e modernisti. E’ l’esito del modello culturale proposto dall’antirazzismo che spesso non è altro che un razzismo di segno rovesciato: Black lives matter (“Le vite dei neri contano”), il “privilegio bianco” e la “colpa dei bianchi” sono tutti slogan di un’unica strategia: quella dell’abbattimento dell’identità europea, della creazione della cosmopoli globale del terzo millennio che per compiersi deve prima affermare il melting pot, la scomparsa biologica dei popoli di origine caucasica e infine la sostituzione di intere popolazioni con altre, frutto dell’immigrazione e della trasformazione. Per fare ciò è necessaria una migrazione di massa, che sta avvenendo, un declino demografico, che è in atto e dura da qualche decennio in Italia e da alcuni anni in Europa, e un boom di nascite nei Paesi del Terzo Mondo. Quindi il melting pot avrebbe lo scopo di diluire dapprima e cancellare poi le differenze per assorbirle in un nuovo modello che sostituisca quello identitario con caratteristiche proprie culturali e con radici in un’area geografica e con tradizioni e retaggi culturali ben specifici e definiti. Le proteste antirazziste, i saccheggi, le sommosse, le campagne mediatiche, gli inginocchiamenti di massa, le intimidazioni che fanno scaturire le proposte di riscrivere la storia, di cancellare in alcune università ampie parti di programmi di storia e di letteratura antica, l’abbattimento di statue (avvenuto in Usa), le tensioni etniche a livello planetario, l’affermazione del razzismo antibianco.
UN LENTO TRAMONTO DELL’OCCIDENTE
Tutto questo è l’insieme delle teorie esposte, e supportate da analisi, fatti, testimonianze, dati, nell’ultimo libro di Riccardo Tennenini, Il tramonto del mondo bianco. L’autore offre un quadro esauriente dell’evolversi di una situazione difficile per l’Europa e l’Occidente. La punta di lancia di tutto ciò è il politicamente corretto, che maschera un Terzomondismo che rappresenta “un odio non troppo celato contro l’uomo bianco e occidentale, che conserva ancora un attaccamento alla propria identità e alla propria comunità di riferimento” che quindi è il “primo nemico da spazzare via dalla storia”. Nei fatti è quello che sta avvenendo. Oswald Spengler in Anni decisivi prevedeva, quasi un secolo fa, lo scontro fra le razze e questo, sottolinea Tennenini, è quello che si sta profilando. La grande sostituzione è dietro l’angolo se le nazioni europee e occidentali non daranno vita a una politica che inverta questa tendenza. Il libro, che presenta un’analisi completa, è composto da tre parti: un’analisi dell’Europa, una degli Usa, la terza racconta la storia e le dinamiche che hanno vissuto i Paesi che si sono trovati a essere enclave nel Terzo mondo: la Rhodesia, il Sudafrica, lo Zimbabwe, Santo Domingo. Senza dimenticare le vicende legate a Mandela, a Mugabe, alle stragi di bianchi, alla guerra anglo-boera, alla politica antibianca del Regno Unito fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Enoch Powell, conservatore inglese, nel discorso del 20 aprile del 1968 a Birmingham, lanciò l’allarme e previde con esattezza quello che accadeva e sta accadendo nel Regno Unito a causa dell’immigrazione di massa. Prospettò i rischi e i pericoli e paventò la possibilità che si sarebbe arrivati allo scontro finale. Il suo discorso fu definito “Il discorso dei ‘Fiumi di sangue’”.
Esiste tutta una letteratura che decennio dopo decennio ha messo in guardia l’Europa e l’Occidente da questi pericoli che si palesano quando due differenti civiltà, con valori e riferimenti culturali troppo diversi, entrano in contatto.
L’ALLARME DI MAURICE MURET
Il migliore testo è forse proprio Anni della decisione di Spengler ma vari pensatori sono stati autori di preveggenti analisi: fra questi, Lothrop Stoddard e Maurice Muret. Il francese Maurice Muret, autore del libro Il crepuscolo delle nazioni bianche, pubblicato da Payot a Parigi nel 1925, dette alle stampe un classico sul tema, solo ora tradotto in italiano da Thule-Italia.
Muret, componente della Académie des Sciences morales et politiques, offrì con il suo libro una interpretazione molto particolare degli avvenimenti della sua epoca: la Prima guerra mondiale, la pace di Versailles che suscitò malcontento tra i vinti e tra i vincitori, la rivoluzione bolscevica, la crisi economica. Una lettura che interpretava gli sviluppi di un quadro politico e sociale che avrebbe causato elementi di discontinuità nei rapporti fra i Paesi europei e sarebbe stato foriero di grandi sconvolgimenti per le civiltà europea e Usa. Tutto a partire dagli esiti della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, dagli ideali scaturiti dalla Rivoluzione francese e dalla Dichiarazione dell’autodeterminazione dei popoli del 1918 del presidente Woodrow Wilson. Se la prima guerra mondiale fu guerra fratricida, fu anche lo spartiacque che determinò un cambiamento di rapporti con gli altri popoli e mutò, per sempre, l’ordine mondiale che aveva visto, fino ad allora, l’Europa al centro del mondo, come potere ordinatore degli equilibri mondiali. Con la seconda guerra mondiale il potere mondiale passò agli Usa ma già si vedevano altre potenze emergere e contrapporsi e – all’interno degli Usa – il tanto vantato melting pot registrava un fallimento dietro l’alrto mentre fra le varie etnie cresceva una competizione che preludeva a contrasti ben più decisi che lasciavano spazio, in prospettiva, a contrapposizioni nette e a possibili guerre razziali. Il testo di Muret risente di stilemi e di visioni tipici degli inizi del secolo scorso ma per la lettura del fenomeno, i pericoli e l’inquadramento geopolitico è alquanto preciso e tuttora valido. Un classico da leggere.
Riccardo Tennenini, Il tramonto del mondo bianco, Passaggio al Bosco, pagg. 349, euro 18
Enoch Powell, Il discorso dei “fiumi di sangue”, Italia storica ed., pagg. 62, euro 10
Maurice Muret, Il crepuscolo delle nazioni bianche, Thule Italia ed., pagg. 200, euro 25
Tutto vero. Ma la enorme maggioranza dei giovani gioca con l’Iphone e se ne frega di tutto. Qui a Montevideo come in Italia e suppongo in tutto quello che fu, fino al 1914, l’orgoglioso mondo bianco, portatore di civiltà. Non è che adesso qualcuno abbia altro di meglio da proporre: semplicemente distruggere, tra gli applausi di coloro che vengono quotidianamente demoliti…