Il Natale è la festa più importante dell’anno. Certamente la storia del Natale è di particolare interesse perché ha in sé la storia dei popoli europei, le tracce dei miti e dei riti millenari che si ripropongono anno dopo anno.
La casa editrice fiorentina dal nome jüngeriano “Passaggio al bosco” ha pubblicato un libro, La festa del Natale. Origini e tradizioni, che spiega le origini, il culto, la storia, la tradizione e i riti di questa festa millenaria. Un libro necessario se si pensa che la ricorrenza del Natale ormai da decenni è divenuta una occasione consumistica basata sui valori mercantili che hanno eroso quelli spirituali, sacri e religiosi.
E quindi ben venga il libro di Jordi Garrega Clavé che serve a rimettere le idee a posto su una storia che mostra chiaramente come il concetto del sacro è al centro della festa. L’impianto del libro è tradizionale e parte dalla spiegazione del Solstizio d’inverno, quando il sole tocca il punto più basso dell’ellisse e sulla terra c’è la notte più lunga dell’anno e la giornata più corta, fenomeno astronomico che gli antichi interpretavano carico di significati e di rimandi religiosi. Infatti, i ritmi della natura hanno scandito per millenni la vita e l’esistenza dei popoli antichi e, sulla base dei differenti momenti astronomici, l’osservanza delle feste. In particolare il Natale. La notte più lunga rappresentava un momento di timore se non di paura – per gli antichi – che il Sole non si levasse più. Il sole che scongiurava le tenebre era la vittoria, la volontà degli dei di eliminare rischi e pericoli per la comunità. Era, in altre parole, la rinascita, la vita che tornava, la comunità che si ritrovava insieme secondo le tradizioni proprio per festeggiare lo scampato pericolo che le tenebre avevano annunciato. Il Sole, la luce, rappresentano il bene, il ritorno degli dei.
Garrega Clavé narra tutti i miti e le tradizioni dall’antico Egitto, col mito di Osiride e Horus fino ai culti solari romani, ai Saturnali, che duravano dal 17 al 23 dicembre, e che avevano tante cose in comune con la festa di ieri e di oggi come l’addobbo della casa con piante, agrifoglio, muschio. Inoltre nelle case si accendevano torce e ceri, si scambiavano doni in un clima che ricordava il nostro Carnevale che comincia proprio al termine della festa del Natale. Particolare attenzione è data, nell’antica Roma, al diffondersi di una religione che aveva molti aspetti in comune con il Cristianesimo, cioè il Mithraismo, al cui culto aderirono soprattutto i militari.
In seguito la comunità cristiana credeva nel valore del Messia inviato da Dio, Gesù Cristo, e decise di adottare le date delle festività pagane. Ma anche i personaggi chiave del Natale, le rappresentazioni (albero di Natale e presepe), il tronco di Natale, i banchetti, i doni, gli addobbi, le piante natalizie vengono analizzati da Garrega Clavé. Tradizioni popolari che si mischiano con la Tradizione, dalla quale spesso derivano. Dai miti al simbolo, dal rito alla cultura locale, dai racconti alle leggende, il Natale è una festa che si dipana nella coscienza della comunità. Questo libro chiarisce molti aspetti di questa festa millenaria.
*Jordi Garrega Clavé, La festa del Natale, pagg. 123, euro 12.00