
Annunciata lo scorso anno per i settant’anni dalla morte di Evita Perón, la casa editrice Eclettica ha pubblicato da pochi giorni una nuova edizione del testo “Il mio Messaggio” (acquistabile qui), scritto dalla first lady argentina negli ultimi mesi della sua vita. Il suo testamento politico e spirituale, consegnato dopo la rinuncia, sotto la pressione dei militari e della Chiesa cattolica, a candidarsi come vice presidente dell’Argentina.
Perón ne aveva annunciato l’imminente pubblicazione nel 1952 dopo la scomparsa della moglie, ma motivazioni di opportunità politica lo fecero ricredere e il testo rimase segreto. Solo nel 1987 ricomparve in modo fortuito tra le carte di un notaio che era stato al servizio del presidente argentino.
Evita, giunta ormai alla fine del suo straordinario quanto breve percorso umano e politico, affrancata dagli obblighi imposti dalla diplomazia, che aveva sempre mal sopportato, e libera di dar sfogo al suo risentimento, se la prendeva con le gerarchie ecclesiastiche e i gli alti comandi militari, colpevoli ai suoi occhi di non fare gli interessi del popolo.
Alle due colonne che tradizionalmente sorreggevano l’Argentina e il peronismo, lei opponeva i lavoratori e il sindacato.
Tanto bastò al presidente Perón per chiudere in un cassetto le pagine compromettenti scritte dalla moglie e sperare che il mondo le dimenticasse.
Il curatore della nuova edizione, Roberto D’Angeli, ricostruisce nella sua introduzione il clima in cui il testo venne concepito e le complesse e avventurose vicende che accorsero al corpo di Evita dopo la morte, compresa la sepoltura segreta in un cimitero di Milano.
Roberto D’Angeli è uno studioso reatino di Storia contemporanea. Ha collaborato con la Fondazione Ugo Spirito – Renzo De Felice, in particolare nell’ambito del progetto “Archivio delle Destre”. Ricercatore fino al 2015 della Fondazione Museo della Shoah di Roma, ha contribuito alla realizzazione di quattro mostre presso il Complesso Monumentale del Vittoriano e partecipato come guida storico-scientifica a oltre venti Viaggi della Memoria. È autore dei saggi “Storia del Partito fascista repubblicano” (2016) e “Il Campo di Farfa” (2018).
“Il mio Messaggio” è arricchito in appendice da due testi di propaganda peronista tradotti in italiano dal Servizio Internazionale Pubblicazioni Argentine e distribuiti in Italia nel 1952 e oggi praticamente introvabili: “Le ultime volontà di Eva Perón” che include il testamento di Evita in cui si fa espresso riferimento al libro che verrà poi occultato da Juan Domingo Perón e “La donna in Argentina”, un testo che ripercorre le tappe dell’emancipazione femminile fino al diritto di voto, concesso dopo un’appassionata battaglia condotta dalla “Madonna dei descamisados”.
Il risultato di questo nuovo lavoro, 250 pagine, uscito per la casa editrice diretta da Alessandro Amorese, è un documento fondamentale per conoscere la figura politica che ancora oggi, è protagonista della vita del suo paese e continua a incendiare gli animi degli ultimi della terra.
Morta Evita il sostegno antico della CGT diverrà sempre minore (erano finiti i soldi di San Perón!), mentre il potere di Chiesa ed Eserciò saprà interpretare lo scontento di vasti settori. Evita era un Pasionaria. Politicamente un disastro. Se il peronismo cadde nel 1955 la colpa è sua e del generale che per troppo tempo diede corda alle sue sparate eccessive. Chiesa ed Esercito erano i due poteri forti dell’Argentina. Mettersi contro di loro fu una scioccheeza che il primo Perón seppe evitare, poi…