Geminello Alvi, economista e scrittore, non si smentisce. Ogni suo libro è una meraviglia e stavolta, con Io, Virgilio, conferma la sua verve, la profondità della sua narrazione e la capacità di immedesimarsi in un uomo di migliaia di anni fa. E’ un’opera scritta come un’autobiografia spirituale.
Una narrazione che affronta la vita pubblica e la vita privata di Virgilio, sempre mischiate, sovrapposte, sfrangiate l’una nell’altra. Un romanzo, come afferma onestamente in prefazione l’autore, basato su spunti, ricerche, critiche, analisi, approfondimenti scritti da Pascoli, da Heinze e Norden, da Boyancé, da Albini e da altri, tanti altri, sulla figura di Virgilio e sulle sue opere.
La formula, diciamolo, non è inedita: le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar ne sono forse il massimo esempio ma anche Marcello Veneziani, più di vent’anni fa, scrisse un meraviglioso libro, Vita natural durante, sulla vita – e la morte – di Plotino, filosofo pagano costretto a vivere in un’epoca che non era la sua. Un diario filosofico ed esistenziale, quello di Veneziani, che spiegò davvero tanto della vita del filosofo, ma con non pochi rimandi per comprendere l’oggi.
Geminello Alvi ha scritto un libro superbo: memorie e meditazioni vissute come le avrebbe scritte un autore coevo di Virgilio, facendo ricorso a una lingua classica pulita, compita, senza alcuna sbavatura. Virgilio, autore dell’Eneide, è stato uno dei massimi scrittori dell’antichità e le sue opere sono state in maniera evidente anche una riflessione sul periodo in cui viveva, un periodo che lentamente si allontanava dal Mos Maiorum, dove la decadenza cominciava a mostrarsi in tutto il suo orrore. E lui evoca la grandezza di Roma, lui autore di un’opera che celebra la Caput mundi per conto di Gaio Giulio Cesare Ottaviano. Ma la sua meditazione investe vari aspetti della vita: l’amore, la morte, la fine, il sacro. Una scrittura fantastica che però si rivela aderente alle notizie accertate su Virgilio ed esprime un’introspezione davvero notevole. Un’introspezione che viene cesellata partendo dalla fine all’infanzia fino al “prima di esser nato”. In questo viaggio all’indietro, e forse esoterico!, incontra Volumnia, la madre che gli cucì addosso il ramo d’oro; Augusto, con il quale già adolescente strinse amicizia; il gladiatore Veiano e la liberta Calibe, i suoi amici Vario Rufo e Plozio Tucca. E’ un’impresa dello spirito e dell’introspezione che mette in luce le passioni, le debolezze, i desideri, il destino, la visione del mondo. Una lezione dalla quale comprendiamo come dall’antichità abbiamo tutto da imparare.
*Geminello Alvi, Io, Virgilio, Marsilio ed., pagg. 141, 16,00 euro