“Rischiamo, con l’introduzione di un salario minimo legale, che un numero non marginale di aziende possano disapplicare il Ccnl di riferimento (semplicemente non aderendo a nessuna associazione di categoria), per adottare il solo salario minimo e mantenere “ad personam”, o con contrattazione individuale, i differenziali a livello retributivo, senza dover erogare né il salario accessorio né rispettare le tutele normative che ad oggi il Ccnl garantisce.
La struttura dell’economia italiana e le caratteristiche di molte piccole e micro imprese rischiano di favorire in misura esponenziale una vera e propria diaspora dalla contrattazione nazionale’”.
Il commento
“Leggendo questa dichiarazione chiunque legittimamente la attribuirebbe a esponenti della maggioranza. E invece è la nota unitaria di Cgil – Cisl – Uil in audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei Deputati del 24 giugno 2019. Ora invece, con il governo Meloni, per gli smemorati di Collegno è diventata la madre di tutte le battaglie. Credeteci”: queste le dichiarazioni del vice responsabile nazionale del Dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.
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