L’ultima frontiera di queste incerte intese è la “guerra fredda” dei videomessaggi. Da una parte quello di Silvio Berlusconi nel quale è pronto ad annunciare la rinascita di Forza Italia, l’uscita dal governo della delegazione del Pdl e, di fatto, l’inizio della campagna elettorale. Ma a sorpresa sembrerebbe pronto il “contro-video” di Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato, infatti, non ci sta a vedere infranto il suo capolavoro politico dal nodo della condanna di Berlusconi: e per questo è pronto a prendere tutte le contromisure del caso, esponendo così il leader del Pdl alla condanna politica di tutte le cancellerie occidentali, ma soprattutto del mondo finanziario. Poco importa che quella “pacificazione” sostenuta dal Colle (un giorno si saprà se davvero o no) risulti impossibile con Berlusconi in carcere (ossia ai domiciliari). Il punto, per Napolitano, resta quello tracciato a ferragosto: la grazia va richiesta. Troppo per il leader del Pdl, per il quale si tratta di una corvée – riconoscere la sentenza – che depotenzierebbe lo scontro mistico con le procure di mezza Italia.
Certo, i due videomessaggi, almeno per il momento, vengono “minacciati” da ambedue i contendenti. Una sorta di conflitto psicologico rispetto al quale il Cavaliere sa bene adesso di non poter calcare troppo la mano se non vuole far emergere pubblicamente il braccio di ferro con il Quirinale. Resta, però, la data del 9 settembre, il giorno in cui si inizierà a discutere della legge Severino e quindi dell’uscita dal Senato dell’ex premier. Rispetto a questo il nervosismo del Pdl è evidente: non sono bastati gli appelli di giuristi (molti mai stati vicini al centrodestra) che chiedono di approfondire il profilo costituzionale della legge. Da parte del Pd – per evidenti ragioni di umore della base – sanno bene che un altro “regalo” a Berlusconi sarebbe un colpo fatale per le sorti del partito.
A complicare i piani del Cavaliere adesso si è inserito, con tutto il suo peso, Napolitano. E la minaccia potrebbe arrivare, fatalmente, proprio dal mezzo berlusconiano per eccellenza: dalla televisione. Davanti a questo Berlusconi sa benissimo che il suo spazio d’azione è sempre più stretto. Il problema è che – a differenza del centrosinistra dove iniziano ad “accettare” Matteo Renzi come un’inevitabilità – nulla si muove eccetto lui nel centrodestra. Il tema del ricambio, tra i suoi, è un tabù. Anzi, in questi stessi giorni continua l’allestimento della nuova sede di Forza Italia: bella, sfarzosa. Una sorta di Versailles, dicono. La fine di un’epoca?
@rapisardant