“La storica richiesta delle famiglie degli infoibati dei familiari delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati per revocare l’onorificenza conferita al dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, ha finalmente trovato esito positivo attraverso l’approvazione di un ordine del giorno a mia prima firma, che impegna il governo ad attivare la procedura di revoca del cavalierato di gran croce, decorato di gran cordone, da parte del Presidente della Repubblica”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, primo firmatario dell’odg approvato in Commissione Cultura del Senato in sede redigente del ddl in materia di iniziative per la promozione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata nelle giovani generazioni.
“L’ordine del giorno – continua il senatore di FdI – accolto dal governo precisa che, a differenza di quanto fino ad oggi è accaduto, sarà possibile attuare anche nei confronti di persone defunte l’atto di revoca di onorificenza per chi se ne fosse dimostrato indegno. È sicuramente il caso di Tito, responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe, che fu prodromo dell’esodo di 350 milia istriani, fiumani e dalmati, oltre che del massacro di altre migliaia di oppositori nella ex Jugoslavia, fatto accertato dalle recenti ricerche in Slovenia che hanno attestato la presenza di 750 fosse comuni e almeno 100 mila assassinati”.
“Bisogna ricordare, inoltre, che esistono altri casi simili di personaggi indegni che godono ancora di una onorificenza nella nostra Nazione, come il dittatore romeno Ceausescu e quello zairese Sese Seke Mobutu, anch’essi responsabili di crimini contro l’umanità. Un altro impegno mantenuto con coerenza e passione da Fratelli d’Italia” conclude il senatore Menia.
Fu in occasione della vista di Tito in Italia. Venne anche a Torino (e lo vidi) a visitare la Fiat con il Presidente Saragat nel 1969. La Zastava aveva cominciato a produrre nel 1954 auto su licenza FIat a Kragujevac (Serbia). Poi la Fiat aumentò i suoi investimenti nel complesso industruiale con una joint-venture e si ebbe la 128 hatchback. Un bun successo. Modelli Zastava vennero anche importati dalla Innocenti, già Fiat. Il mercato jugoslavo era interessante. Mi pare quindi che quella patacca era come tutte le altre che si davano a Capi di Stato stranieri in visita in Italia. L’interesse era soprattutto nostro. Come la 124 (Zigulí) costruita dai sovietici nell’impianto di Togliatti per iniziativa di Valletta nel 1966-’67, adattando tecnologia italiana. Lo logica degli affari non è nostalgica, né in bene, né in male….
Forse ho assegnato alla visita del 1971 di Tito in Italia l’onorificenza che gli fu data da Saragat nel 1969 a Belgrado. Voglio però ricordare che nel 1971 (non 1969) quando Tito venne in visita a Torino lo fece passando a bassa velocità in un’auto scoperta lungo
corso Agnelli (che conduce a Mirafiori) ecc. Non c’era molta gente, ma parecchi di quei pochi (!) appaudivano… Immagino non fossero giuliano-dalmati…
La revoca dell’onorificenza ha un valore simbolico e politico, un po’ come quando giunte comunali di sinistra revocano la cittadinanza onoraria a Mussolini, o ad altri gerarchi. Io ho sempre nutrito un sottile disprezzo per certe patacche. Quanto a Saragat, che negli ultimi anni del suo settennato, quando si avvide degli eccessi del Sessantotto, fu un buon presidente, condivideva l’illusione diffusa che la Jugoslavia costituisse un po’ un ponte fra capitalismo e comunismo. Resta il fatto che concedere l’onorificenza a un infoibatore non fu certo una scelta felice. Certe cose si sapevano, anche se a parlarne erano solo “i missini”.
Il fatto è che è una prassi comune lo scambio di alte Onorificenze in occasione di visite di Stato. Quindi, al di là di ogni altra considerazione, occorre non dimenticare che simili patacche sono state date (e ricevute) un po’ a tutti… Saragat ha altre colpe, semmai, quella ad esempio di aver amnistiato partigiani criminali scappati all’estero, come Moranino, se ben ricordo…
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Fu in occasione della vista di Tito in Italia. Venne anche a Torino (e lo vidi) a visitare la Fiat con il Presidente Saragat nel 1969. La Zastava aveva cominciato a produrre nel 1954 auto su licenza FIat a Kragujevac (Serbia). Poi la Fiat aumentò i suoi investimenti nel complesso industruiale con una joint-venture e si ebbe la 128 hatchback. Un bun successo. Modelli Zastava vennero anche importati dalla Innocenti, già Fiat. Il mercato jugoslavo era interessante. Mi pare quindi che quella patacca era come tutte le altre che si davano a Capi di Stato stranieri in visita in Italia. L’interesse era soprattutto nostro. Come la 124 (Zigulí) costruita dai sovietici nell’impianto di Togliatti per iniziativa di Valletta nel 1966-’67, adattando tecnologia italiana. Lo logica degli affari non è nostalgica, né in bene, né in male….
Forse ho assegnato alla visita del 1971 di Tito in Italia l’onorificenza che gli fu data da Saragat nel 1969 a Belgrado. Voglio però ricordare che nel 1971 (non 1969) quando Tito venne in visita a Torino lo fece passando a bassa velocità in un’auto scoperta lungo
corso Agnelli (che conduce a Mirafiori) ecc. Non c’era molta gente, ma parecchi di quei pochi (!) appaudivano… Immagino non fossero giuliano-dalmati…
Mi pare un po’ ridicolo revocare ora un’onorificenza data 54 anni (mica per obbligo) al capo di uno Stato che non esiste più! E che è morto nel 1980…
La revoca dell’onorificenza ha un valore simbolico e politico, un po’ come quando giunte comunali di sinistra revocano la cittadinanza onoraria a Mussolini, o ad altri gerarchi. Io ho sempre nutrito un sottile disprezzo per certe patacche. Quanto a Saragat, che negli ultimi anni del suo settennato, quando si avvide degli eccessi del Sessantotto, fu un buon presidente, condivideva l’illusione diffusa che la Jugoslavia costituisse un po’ un ponte fra capitalismo e comunismo. Resta il fatto che concedere l’onorificenza a un infoibatore non fu certo una scelta felice. Certe cose si sapevano, anche se a parlarne erano solo “i missini”.
Il fatto è che è una prassi comune lo scambio di alte Onorificenze in occasione di visite di Stato. Quindi, al di là di ogni altra considerazione, occorre non dimenticare che simili patacche sono state date (e ricevute) un po’ a tutti… Saragat ha altre colpe, semmai, quella ad esempio di aver amnistiato partigiani criminali scappati all’estero, come Moranino, se ben ricordo…
Noi pensavamo sulla Jugoslavia quello che voleva Washington, al solito…
Se Pella non avesse mosso truppe tra Venezia Giulia, Veneto,Alto Adige, facendo la voce integerrima avremmo perso pure Trieste!!.
E nessuno nel Governo e nella DC difese Pella.
CHE PRESTO DIVENNE UN NOTABILE, ALLA SCELBA….