Da oggi, primo luglio, “Storia in rete”, mensile divenuto bimestrale negli ultimi tempi, chiude i battenti nella versione cartacea ma continuerà a essere presente sul web. Il numero 199 non sarà in edicola, quaindi, e non uscirà il previsto e annunciato Speciale estivo. Dopo vent’anni, 198 numeri, una ventina di speciali monografici e un buon seguito di lettori il giornale chiude. Lo comunica lo stesso fondatore e direttore Fabio Andriola in un comunicato nel quale sottolinea che “le ragioni di questo stop non sono però da ricercare, nonostante il periodo complicatissimo, in particolari difficoltà di mercato: infatti, nonostante i tempi difficili, in questi anni “Storia In Rete” ha dimostrato di avere un pubblico fedele e consolidato che continua a rappresentare la nostra vera forza e a cui va il mio ringraziamento. Nell’impossibilità di citarli tutti – prosegue il direttore Andriola -, voglio qui anche ringraziare i tanti – davvero tanti – collaboratori che hanno arricchito il giornale con i loro articoli e con la loro passione. E’ grazie a loro che in questi anni abbiamo – credo – potuto tener ben dritta la barra della nostra linea editoriale: dare notizie tenendosi ben lontani da qualunque forma di “politicamente corretto””. L’invito ai lettori è di continuare a seguire la rivista sul web e a iscriversi alla newsletter per continuare a leggere gli articoli della rivista ed essere informati su eventuali sviluppi editoriali.
Ma come si è arrivati a questa crisi? Si è giunti – secondo notizie filtrate dalla redazione, a una crisi fra proprietà della testata ed editore del giornale che avrebbe come fondamento forti divergenze sulla politica editoriale. Ma non è tutto: dati i buoni risultati di vendita della rivista, che ha una tiratura di circa diecimila copie, e uno zoccolo duro di lettori, si attende che fondazioni o editori interessati a un investimento con una base di partenza reale si facciano avanti.
“Storia in Rete”, del resto, contro il politicamente corretto ha sviluppato una serie di inchieste ispirate da documenti e da fatti, non a semplici interpretazioni di parte. Quindi, un patrimonio pubblicistico di grande valore, vera esperienza di informazione controcorrente, che dal novembre 2003 è sempre stato in edicola.