La seconda guerra mondiale resta – al di là del giudizio storico e/o politico – uno spartiacque fra un mondo e un altro tutto differente, quello uscito dalle macerie del vecchio continente. Comprendere le dinamiche e le cause di quell’immane conflitto che mutò il volto del mondo, è fondamentale per comprendere anche le responsabilità e il destino di ogni nazione. Michele Rallo (1946), trapanese, studioso e ricercatore della storia europea del Novecento che da decenni si occupa del secondo conflitto mondiale, ha all’attivo numerose pubblicazioni.
Rallo pone come punto di partenza del suo libro un nuovo metodo di indagine non legato al filo rosso del semplice svolgersi dei fatti. Infatti, “il 1939 non fu solamente l’anno che avrebbe segnato lo spartiacque fra la pace e la guerra, ma si rivelò soprattutto l’anno in cui maturarono le condizioni per cui dalla pace si sarebbe passati alla guerra. Nonostante i risultati del Patto di Monaco e gli sforzi di Mussolini per mantenere la pace, alla fine ebbero la meglio i circoli bellicisti di Londra e di Washington, che riuscirono a scatenare l’immane conflitto”. Un’analisi, quindi, dietro le quinte, un’analisi minuziosa concentrata sul 1939, anno in cui emerse una radicalizzazione delle tensioni e la definizione dei fronti: democratico da una parte, totalitario dall’altro.
Una visione del mondo e un insieme di interessi profondamente differenti e contrapposti. Peraltro il 1939 segnava la sconfitta della politica diplomatica del fascismo: tendeva a un accordo permanente per mantenere gli assetti di pace che fosse incardinato in un’intesa italo-tedesco-franco-inglese (come prefigurato dal Patto a Quattro del 1933 che si era prolungato fino all’intesa di Monaco del 1938). Ma venne meno.
La contrapposizione ideologica non poteva che definire nei fatti una scelta di campo che avrebbe potuto condurre – come poi condusse – a una guerra di dimensioni continentali. Rallo dimostra nella sua narrazione che questa guerra di ampiezza inedita non era voluta da Mussolini che tentò di scongiurarla fino all’ultimo né dalla Germania che, invece, aspirava a una pace e ad accordi con la Gran Bretagna e neanche Daladier voleva che la Francia si impegnasse in un conflitto come anche il dittatore Stalin. Chi voleva che il conflitto deflagrasse fu, secondo l’interpretazione di Rallo – i circoli bellicisti Usa e del Regno Unito, peraltro su molti temi contrapposti alla società civile e alla politica dei loro paesi. Un libro con tesi innovative.
*Michele Rallo, Anni decisivi: Europa 1939, Oaks ed., pagg. 433, euro 28,00 (ordini: oakseditrice.it)
Come adesso in Ucraina. Nulla di veramente nuovo sotto il sole. Però il contributo dell’Italia alla pace fu misero nel 1939, riconosciamolo. Mussolini non voleva la guerra, è vero, ma a livello verbale era purtroppo ‘bellicista’, commettendo, in fondo, lo stesso errore di Guglielmo II nel 1914..
Certo, infatti Hitler mica voleva attaccare la Polonia, poverino, fu costretto dalle provocazioni… Come quell’altra anima candida di Putin, no?
Quanto agli USA: peccato che gli americani fossero (e siano) notoriamente isolazionisti, sicché entrarono in guerra solo a dicembre 1941 dopo l’attacco giapponese… Dopodiché anche il “pacifico” Mussolini pensò bene di dichiarare guerra agli Stati Uniti, pensa un po’ che scherzetto, regalando ai suoi ammiratori i decenni di egeminia anglosassone di cui ancora oggi si lagnano…
Luca. Le tue banalità non fan neppur sorridere. Le geopolitica di Roosevelt prevedeva la conquista dell’egemonia del Pacifico e nell’Atlantico, prima che il prevedibile sviluppo dell’arma aerea, missilistica, nucleare facesse degli Stati Uniti un luogo sotto bombardamento come gli altri… Diciamo che il progetto gli riuscì, ma era un progetto valido solo per alcuni decenni, perchè poneva le basi di un mondo tripolare USA, Russia, Cina. Mentre Giappone e Germania non erano grandi Potenze per un sacco di ragioni che forse anche tu riesci ad individuare…
L’attacco giapponese del dicembre 1941 fu l’attacco ‘più voluto’ della storia universale, ciò che Roosevelt ed il suo inner circle desideravano ardentemente. I giapponesi, provocati molte volte, ci caddero, trascinando Italia e Germania in virtù dell’inutilissimo, sciagurato Accordo Tripartito (il cosiddetto Patto RO-BER-TO). Tale Patto fu il regalo più grande che l’Asse fece a Roosevelt. Gli isolazionisti nordamericani superstiti furono così messi a tacere…
Fin dall’inizio del 1942, infatti, gli analisti militari tedeschi più seri davano per persa la guerra.
La Conferenza di Monaco del 1938 non fu il tentativo britannico di conservare la pace, ma una mera presa di tempo per migliorare il loro quasi sguarnito arsenale. Chamberlain non era un fesso, anche se lo sembrò a molti. Il Regno Unito aveva già optato per la guerra, anche se doveva terminare di lavorarsi gli USA. Siccome nel 1940 c’erano elezioni negli USA Roosevelt non poteva ancora fare il bellicoso per non spaventare gli isolazionisti…
Che razza di fesserie. Questo non è nemmeno revisionismo, è peggio, è mistificazione della realtà e pura menzogna! Potrei stare qui a mettere in file fatti, date ed eventi, ma credo sarebbe uno spreco di tempo. Di fronte a tali mostruose idiozie si può solo provare schifo e vergogna per chi le propugna!